Martedì 1 luglio inizierà ufficialmente la stagione calcistica 2014/2015, Pino De Filippis riparte da casa sua, da Vasto, con l’obiettivo dichiarato della Serie D. Il nuovo direttore sportivo della Vastese ha vinto due volte su due l’Eccellenza con la Pro Vasto e ha voglia e motivazioni per puntare al tris. Per lui è un ritorno, dopo 10 anni e una breve collaborazione esterna nella stagione 2012/13, nella squadra in cui ha militato e ha iniziato la carriera da ds.
Perché dopo due anni al Termoli ha accettato la Vastese?
Sono di Vasto, da sempre molto legato alla mia città e vederla in Eccellenza non è possibile, non è assolutamente la sua categoria, bisogna riportarla immediatamente dove merita di stare. Ci tengo molto a dare il mio contributo e a fare bene per questi colori.
Una città che però sembra distante dalla propria squadra di calcio.
E’ comprensibile, questa è una piazza abituata ad altri palcoscenici, dopo vari fallimenti e due anni senza calcio, si è vinta la Promozione, ma quest’anno il campionato non è stato all’altezza del suo blasone. Bisogna riportare entusiasmo in città e ritrovare il feeling con la tifoseria, fare in modo che la gente torni allo stadio a sostenere la Vastese, dobbiamo coinvolgere tutti e remare dalla stessa parte.
Qual è la ricetta?
Molto semplice, con i risultati, le vittorie sono il rimedio di tutto. A Montereale anni fa in una partita decisiva per la vittoria dell’Eccellenza della Pro Vasto c’erano 800 persone, se si è forti la città spero risponda, la categoria non conta. Faccio un altro esempio, a Bojano per i play-off per la C2 c’erano 5.000 persone. Se le cose sono fatte bene la gente dovrebbe essere più invogliata a venire allo stadio. Spero che la città si renda davvero conto che la società ha fatto dei sacrifici enormi, si aspetta una grande risposta, anche perché vincere non è mai facile, c’è bisogno di tutti, pretendere solamente non è costruttivo.
E’ una bella sfida, è emozionato nel tornare a casa?
No, sono molto tranquillo, è chiaro che sarà diverso, quando lavori fuori hai dei momenti per staccare, torni a casa e non hai problemi, qui conosco molta gente e mi chiederanno ovunque della Vastese, è il prezzo da pagare.
Oltre al campo ci sono altri aspetti da migliorare?
Per vincere bisogna che ci sia la massima professionalità sotto ogni punto di vista, anche se giochi in Eccellenza perché sei sempre la Vastese. Ognuno deve avere il proprio ruolo e rispettarlo. I dirigenti devono fare i dirigenti e pensare a pagare gli stipendi, se ci dovessero essere delle difficoltà penserò io a risolverle, li terrò sempre aggiornati su tutto, ma le decisioni finali spettano a me. Il calcio è il gioco più semplice del mondo, basta rispettare i propri compiti.
A proposito di ruolo, De Filippis ha carta bianca?
Come sempre dove vado. Io mi assumo tutte le responsabilità, se sbaglio lo faccio di testa mia, c’è un budget e mi occupo di allestire una squadra forte, a me piace e lo farò anche qui. A fine campionato la società tirerà le somme. Faccio questo lavoro da 15 anni, se mi hanno affidato questo incarico devono farmi lavorare come dico io. Se dovessi rendermi conto che ognuno vuole dire la sua o che ci saranno delle invasioni nel mio lavoro sarò il primo ad andarmene. Il calcio è un ambiente duro, in alcuni casi bisogna anche essere “cattivi” per il bene comune, abbiamo preso degli impegni e dobbiamo fare tutti bella figura.
Cosa si aspetta dalla società?
Che faccia ciò che mi ha detto, che faranno di tutto per mettermi in condizione di allestire una squadra che punti a vincere il campionato. Ci saranno delle difficoltà ma è in quei momenti che si vede se una società è all’altezza, è troppo facile quando va tutto bene.
L’allenatore sarà Danilo Rufini?
Non confermo né smentisco, nonostante il lungo tira e molla sono al lavoro da circa un mese, ho seguito anche qualche torneo, il più è fatto, ne ho parlato con l’allenatore, ci siamo visti più volte, mercoledì lo conoscerete. Di Rufini dico solo che è uno molto bravo, che dopo una lunga carriera in un ruolo importante in campo come regista, tra C e D, alla sua prima esperienza ha vinto due campionati di fila, Promozione ed Eccellenza pugliese, un torneo tosto. E’ uno che con questa categoria non c’entra niente. Se fossi rimasto al Termoli avrebbe potuto fare la D.
Scontato dire che vedremo all’Aragona i giocatori legati a De Filippis.
Sicuramente giocatori che conosco, non credo del Termoli, loro hanno ingaggi importanti e offerte dalla D. Un’ossatura è già pronta, con l’aggiunta dei vari giovani, gente con personalità ed esperienza perché siamo la Vastese e ci attenderanno ovunque e noi dobbiamo essere pronti, anche nei momenti difficili che inevitabilmente arriveranno, inoltre giocare all’Aragona non è facile, ci vogliono giocatori con carattere. Poi è ovvio che dipenderà anche da come andrà il mercato, magari tra un mese potrebbe capitare un’opportunità che oggi non c’è.
Rimarrà qualcuno dei giocatori della rosa dello scorso anno?
Vedremo, sicuramente i giovani di proprietà, per il resto valuterò.
Quali saranno le principali rivali?
Avezzano, Angolana, Martinsicuro, ma ripeto, contro di noi giocheranno tutti come fosse una finale, prepariamoci.