In un calcio diviso, anche nel Vastese, la fusione tra la Virtus Cupello di Franco Peschetola e lo United Cupello di Oreste e Antonio di Francesco fa notizia e potrebbe aprire una nuova strada, quella di un ritorno al passato.
La scelta di unirsi e far nascere il Cupello Calcio non ha reso tutti felici, alcuni non accettano che la propria squadra sparisca, ma il passo indietro fatto da entrambe le società, la rinuncia ad una parte di storia e identità, tra gli aspetti più complicati da accettare, è un sacrificio che in tempi di crisi, in un paese di 4.904 anime, ha una logica. Anche a rischio di scontentare una parte. Assistere ad un Virtus Cupello-United Cupello in Promozione probabilmente sarebbe stato peggio.
I vantaggi, anche a lungo termine, dovrebbero essere superiori, a patto che alla base ci siano armonia e unità di intenti, fondamentali quando si avvia un progetto, oltre alla solidità economica.
Le divisioni paesane nel Vastese. C’era una volta il calcio all’ombra del campanile, ogni paese aveva una sola squadra di calcio seguita con orgoglio da tutta la popolazione, era una questione di identità, di rappresentatività della comunità e soprattutto un segnale di unione.
Nel corso degli anni però qualcosa è cambiato, non solo nel calcio, anche e soprattutto nella vita sociale. Nel Vastese si è assistito al proliferare di nuove squadre di calcio, anche nei paesi più piccoli, che in alcuni casi si vanno ad affrontare nella stessa categoria, in altri non sono poi così distanti.
La scorsa estate una realtà storica del territorio come l’Audax Palmoli (958 abitanti) è scomparsa dopo 85 anni, il titolo sportivo è passato alla formazione femminile, così come il Torrebruna (1.092 abitanti), fondato nel 1990. Eppure c’è un calcio in controtendenza, che nonostante la crisi, vede realtà piccolissime, come Montalfano, frazione di 377 abitanti del Comune di Cupello, avere due squadre di calcio, il Real (che resta il più gettonato nella denominazione) e il Gs, nello stesso torneo di Seconda Categoria.
Lo stesso scenario potrebbe verificarsi a Monteodorisio (2.598 abitanti) dove c’è una squadra retrocessa in Seconda e l’Odorisiana, che ha invece vinto il campionato di Terza. Così come potrebbe accadere a Carunchio (628 abitanti), con il Mario Turdò che è rimasto in Seconda e il Carunchio che potrebbe essere ripescato dalla Terza.
A Scerni (3.578 abitanti) invece il derby si gioca già da qualche anno, in Prima Categoria ci sono sia Scerni che il Real San Giacomo. Si allenano negli stessi giorni, dividono il campo a metà e il giovedì si affrontano nella partitella, tranne nella settimana del derby per pretattica.
A Casalbordino (6.249 abitanti) la Casalese è in Terza e il Casalbordino in Prima, come Roccaspinalveti (1.411 abitanti), dove oltre al club che prende il nome dal paese c’è pure la Dinamo.
La situazione a Vasto e San Salvo. Stiamo parlando di centri più grandi, a Vasto (oltre 42.000 abitanti), la realtà è nota, oltre a Vastese e Vasto Marina, che per il secondo anno consecutivo si affronteranno in Eccellenza, dovrebbe non iscriversi il Real Tigre, retrocesso dalla Promozione, restano l’Incoronata salita in Prima Categoria e Real Porta Palazzo e Sporting Vasto in Terza. Anche qui da un lato c’è chi vorrebbe l’unione, perché fa la forza, almeno nella stessa categoria, e chi invece sostiene che ognuno abbia il diritto di divertirsi come vuole la domenica e che certe realtà storiche non debbano scomparire unendosi ad altre perchè Vasto ha sempre avuto più squadre.
A San Salvo (19.431 abitanti), fallito la scorsa estate il Real San Salvo, che militava in Prima Categoria, restano l’Us in Eccellenza e lo Sporting in Prima dove quest’anno sono andati in prestito i ragazzi non avrebbero trovato spazio nella prima squadra cittadina.
Fuori dal Vastese. Fossacesia (6.335 abitanti) ha sia Fossacesia in Promozione che Fossacesia 90 in Seconda, la stessa situazione di Atessa (10.787 abitanti) con Val Di Sangro e Mario Tano Atessa. Dagli elenchi sono escluse le formazioni che militano nei vari campionati Amatori.
Le unioni. Nell’estate del 2010 a Gissi (2.899 abitanti) dalla fusione tra Pro Gissi e Vigor Gissi è nata l’Asd Gissi attualmente in Seconda. A luglio 2012 Schiavi D’Abruzzo (990 abitanti), Castelguidone (427) e Guardiabruna (360 abitanti) si sono unite per dare vita al Real Alto Vastese impegnato in Terza.
Le cause. Differenza di vedute, mancanza di armonia, questioni politiche, voglia di protagonismo o di non cancellare la propria storia in caso di fusione, puro divertimento, necessità di avere il proprio spazio, sia in campo che fuori perchè in tanti restano senza squadra e vogliono giocare, anche per via della regola dei fuoriquota. La richiesta di pallone a volte è superiore all’offerta, così nascono altre società. In altri casi serve un serbatoio per la prima squadra cittadina dove mandare a crescere i più giovani o chi non avrebbe spazio dall’altra parte. Tanti i motivi per cui si fonda un’altra squadra di calcio, non sono sempre tutti da condannare o negativi, anche perchè risulta molto difficile comprendere determinate dinamiche quando non si vive all’interno di tali realtà. Certo è che vedere nei paesi le squadre che raddoppiano fa effetto. Alcune collaborano, altre meno. In tempo di crisi le squadre di calcio nel Vastese resistono.
I costi. Non sono cifre basse, da comunicato numero 67 della Figc Abruzzo (clicca qui per leggerlo), l’iscrizione all’Eccellenza costa 5.000 euro, alla Promozione 3.900. alla Prima Categoria 2.250, alla Seconda 1.900 e alla Terza 1.450. A tutte vanno aggiunte le spese assicurative che variano in base al numero di tesserati. Si può quindi arrivare a circa 3.000 euro per Seconda e Terza, quasi 4.000 per una Prima, tra 6.000 e 7.000 per la Promozione e tra 8.000 e 9.000 per l’Eccellenza. Solo per le prime squadre, se si iscrivono anche le squadre giovanili si sale.
Senza contare le spese di gestione, le trasferte, i rimborsi, quelle dei campi, che in alcuni casi copre il Comune, come l’iscrizione, andando però a pesare sulle casse non per una, ma per ben due volte. Un anno in Terza Categoria, senza denaro comunale e senza dare rimborsi ai giocatori, può costare all’incirca 5.000 euro, così come una Prima 3.000. Gli sponsor aiutano, ma anche loro sono divisi.
In futuro un ritorno al passato? Cupello può aver aperto una nuova strada che anche altre società potrebbero decidere di percorrere per scelta o per necessità. Possibile, anche se difficile, che più che al futuro ci si avvii verso un ritorno al passato, quando c’era una sola squadra sotto il campanile e dopo la messa in paese si andava a fare il tifo tutti insieme. Altri tempi anche fuori dal campo.