Dopo la conclusione della carriera in campo di Angelo Giancola, è il 24enne Gionatan Civico l’arbitro vastese più in alto di categoria. La scorsa estate è stato infatti promosso, dopo due anni nell’Eccellenza abruzzese, alla Cai fuori regione. Inizia ad arbitrare nel 2005, a 15 anni, la sua crescita è rapida, tanto che in breve tempo arriva in categorie più impegnative, che promette di proseguire ancora per il meglio.
Perchè invece di giocare a calcio come tanti tuoi coetanei hai iniziato ad arbitrare?
Mi ha convinto a frequentare il corso un mio amico, Nicola Saraceni. Devo essere sincero, all’inizio ero diffidente, mi sono fatto convincere dalla possibilità di avere qualche soldo e dalla tessera per entrare gratis allo stadio, ma tanto poi ho scoperto che non l’avrei usata mai, la domenica se arbitri non vai a vedere altre partite. E’ iniziato tutto per gioco, ma ho subito capito che invece mi piaceva davvero molto.
Perché?
Mi piace l’ambiente e quello che ti trasmette, per la crescita a livello caratteriale e per il modo in cui ti abitua ad affrontare la vita. Un ragazzo che arbitra è più maturo rispetto ai coetanei, perché deve prendere delle decisioni e questo aiuta a crescere. Ora se la domenica non arbitro sto male.
Come è andata questa prima stagione nella Cai fuori regione?
Venivo dall’Eccellenza abruzzese, è stata una bella esperienza, è andata bene. All’inizio ho avuto qualche difficoltà, ma poi mi sono ambientato. Uscendo dalla regione e da un contesto che conosci affronti nuove realtà e nuovi modi di vedere il calcio, passi per Toscana, Puglia, Campania, Sicilia, Umbria, dove vivono le partite in modo diverso, ogni regione ha il suo modo di essere. Affrontare questo tipo di situazioni mi ha aiutato molto a crescere dopo due anni in Abruzzo. Il campo invece è sempre quello, non cambia mai.
Cosa consigli a un ragazzo che inizia ad arbitrare?
Che insegna a crescere, a prendere delle decisioni. Un arbitro ha qualcosa in più, in campo il dover gestire una partita e tutto il resto, aiuta a migliorare l’autostima e la personalità, è una crescita per la vita, non solo per lo sport.
Come riesci a conciliare l’arbitraggio con i tuoi impegni di studio?
Studio design di interni a Montesilvano, non ho molto tempo a disposizione e all’inizio conciliare il tutto è stato difficile. A volte mi allenavo dalle 22.00 a mezzanotte, il tempo che mi rimaneva era quello, tutto si può fare e a tutto c’è una soluzione, la penso così. La passione è fondamentale, se non c’è non puoi andare avanti e sostenere un certo tipo di vita e di sacrifici.
Qual è la parte più difficile in campo?
Gestire tutto, capire le situazioni, l’arbitraggio non è solo il fischio, è anche tutto il resto, evitare che una partita degeneri.
Quali sono i tuoi obiettivi futuri?
Voglio andare avanti un passo alla volta, ogni anno il mo obiettivo è di passare alla categoria superiore, alla fine si tirano le somme.
C’è qualcuno che ti ha aiutato a raggiungere questi risultati?
Il presidente dell’Aia di Vasto, Nicola Molino, Mario D’Adamo, Giuseppe De Filippis, Angelo Giancola, ognuno mi ha dato un consiglio in qualcosa. Oltre alla mia famiglia che mi ha sempre seguito e mi ha portato ovunque quando non avevo la patente, mia mamma ha lavato tanti di quei borsoni pieni di panni sporchi che faccio fatica a quantificarli. Mi hanno sempre supportato in maniera unica ed esemplare.
Ma è vero che il gruppo dell’Aia di Vasto è così speciale?
E’ un gruppo fantastico, il clima che si respira in allenamento è eccezionale, è un ambiente davvero unico.
In questo contesto sono nate anche dei legami forti?
Molino è più di un presidente, quest’anno mi ha seguito spesso, De Filippis è un altro amico e poi Fabio Dell’Arciprete, abbiamo iniziato insieme.
E tra i calciatori, cosa succede se arbitri qualche amico?
E’ peggio, ti conoscono e instaurano un rapporto diverso dagli altri. Si potrebbe rischiare un conflitto e sarebbe brutto. Per 90 minuti i ruoli sono distinti, io sono l’arbitro e loro i calciatori.
Andando in giro puoi fare un confronto con le strutture, cosa manca a Vasto?
Servirebbe una pista di atletica per gli allenamenti e un campo in sintetico, non ci si pensa mai ma è importante allenarsi lì anche per gli arbitri, per abituarsi, perché la palla è più veloce e per tanti altri fattori, anche noi la domenica siamo designati per gare sul sintetico.