I malumori che serpeggiano nel Partito democratico di Vasto ora non sono più confinati alla labile zona grigia delle indiscrezioni che trapelano dalla sede di piazza del Popolo, né ai retroscena giornalistici.
Ora è un manifesto a mettere nero su bianco (anzi, rosso e verde su bianco, i colori del Pd) il dissenso latente di parte dei militanti.
Insofferenza che diventa palese dopo i risultati delle elezioni regionali del 25 maggio scorso. La vittoria netta di Luciano D’Alfonso e del centrosinistra, che torna alla guida della Regione a 5 anni dallo scandalo di Sanitopoli, non hanno per nulla attutito i contrasti interni ai democratici vastesi. Anzi, per certi versi li hanno resi più aspri. I dissapori sono venuti a galla nella tormentata riunione post voto del direttivo cittadino del Pd, in cui Domenico Molino ha accusato parte del gruppo dirigente di non averlo sostenuto nella sua corsa per conquistare un seggio in Consiglio regionale, dove per la terza volta negli ultimi 9 anni il Pd (e i due partiti che l’hanno preceduto, Ds e Margherita) non è riuscito a mandare un vastese a Palazzo dell’Emiciclo: pur avendo ottenuto più consensi rispetto agli altri competitor, i voti dei democratici vastesi si sono dispersi più candidati e non su chi loro stessi, attraverso il direttivo, avevano scelto all’unanimità di candidare al Consiglio regionale.
“Il Pd si sta rinnovando a livello nazionale e regionale. Ma non sta accadendo la stessa cosa a livello locale. Serve una ventata di rinnovamento sull’amministrazione comunale e sul partito a Vasto”, si limita a dichiarare Molino a mente fredda. Ma nel corso della riunione il suo intervento è stato molto più pesante.
In una lettera, il vice segretario, Nicola Della Gatta, ha chiesto una pubblica assemblea per chiarire davanti a tutti gli iscritti il perché del terzo flop consecutivo alle regionali. Altri dirigenti hanno preso la palla al balzo per formulare la medesima richiesta.
Il manifesto – “Lavoriamo nel Vastese per l’affermazione di una rinnovata classe dirigente nel Pd” e i giovani “garantiscano il ricambio”. Sono le esortazioni contenute nei manifesti affissi in questi giorni in città e firmati da 3 ex consiglieri comunali: i professori Nicolangelo D’Adamo e Ivan Aloè e l’ex capogruppo consiliare Fabio Giangiacomo. Il titolo delle affissioni è: “Oltre il 40%. Grazie, Matteo Renzi”.
Ma celebrare l’affermazione del leader nazionale è anche e soprattutto un modo per bacchettare la dirigenza locale del Pd: “La decisione, la trasparenza, i metodi e il coraggio del giovane presidente del Consiglio – si legge nel manifesto – sono le doti che devono affermarsi anche nel nostro territorio, che non può abbandonarsi ad un tangibile e ormai pluriennale vuoto di rappresentanza e di programma.
Dobbiamo prendere atto che nella nostra zona, in controtendenza nazionale, i risultati del Pd non sono stati all’altezza e, dopo San Salvo, abbiamo preso importanti amministrazioni comunali, tradizionalmente di centrosinistra.
Lavoriamo anche nel Vastese per l’affermazione di una rinnovata classe dirigente nel Pd e nelle istituzioni per il rilancio dell’economia, dell’occupazione e della crescita sociale e culturale.
Pertanto, ognuno faccia la sua parte e, in particolare, ci rivolgiamo ai giovani perché riscoprano i valori della politica e garantiscano il ricambio”.