Sono nubi nere quelle che si addensano sul futuro dei lavoratori della Sider Vasto. Una vertenza che sembrava aver preso la giusta piega ma che ha subito una nuova battuta d’arresto, lasciando i lavoratori e le loro famiglie con la spada di Damocle della cassa integrazione che terminerà il 30 giugno, tra meno di 15 giorni, senza che si possa sapere cosa accadrà. La scorsa settimana la proprietà aveva convocato i rappresentanti delle organizzazioni sindacali proponendo un primo passo, la mobilità volontaria per 10 dei 50 dipendenti attualmente in organico. A fine mese due sono le strade che potrebbero aprirsi. Se dalla regione venisse rifinanziata la cassa integrazione in deroga i lavoratori della Sider Vasto potrebbero usufruire dell’ammortizzatore sociale. Ma questa è una soluzione che non piace, anche perché le spettanze vengono pagate con notevole ritardo.
“Nelle condizioni in cui siamo arrivati oggi è meglio essere licenziati e andare in mobilità”, dicevano arrabbiati i lavoratori, che hanno anche intenzione di presentare un’istanza al tribunale di Vasto per sapere il “motivo per cui è stato sospeso il concordato preventivo”. La situazione ha assunto livelli di esasperazione. E il conto alla rovescia per il giorno che sembra essere diventato un punto di non ritorno. “Il primo luglio saremo qui davanti. O ci fanno tornare a lavorare o ci mettono tutti in mobilità”. Non è semplice neanche il compito dei rappresentanti sindacali, punto di contatto tra azienda e lavoratori. “L’azienda ha dichiarato di voler seguire altre strade per trovare possibili acquirenti – ha spiegato Mario Codagone -. E’ chiaro che i lavoratori rivendicano di poter tutelare il reddito, su questo non si transige”. Saranno giorni di attesa, cercando di capire cosa nel sarà della Sider Vasto e dei suoi lavoratori.