Hanno fatto divertire il pubblico che ha accompagnato con applausi e risate l’intera durata della rappresentazione teatrale della commedia di Eduardo Scarpetta “Misera e nobiltà”, gli studenti delle scuola media di Celenza Sul Trigno. I ragazzi provengono anche dai comuni limitrofi Torrebruna e San Giovanni Lipioni e sono stati magistralmente diretti dalla loro professoressa Maria Di Nunzio. “ Miseria e Nobiltà” forse è l’opera più conosciuta del celebre commediografo partenopeo Eduardo Scarpetta.
Scritta nel 1887, ha visto centinaia di rappresentazioni, come quella di Eduardo De Filippo che la propose nel 1953 o come la celebre versione cinematografica con Totò, risalente al 1954. Questa volta è toccato ai ragazzi della scuola media di Celenza Sul Trigno che hanno dimostrato di essere dei veri attori. La trama della commedia è conosciutissima: un marchesino (Giordano Gaspari) vuole sposare una ballerina, Gemma (Chiara Salvatore) ma i parenti dello sposo, data l’ origine non nobile della sposa e la sua professione sconveniente, si oppongono all’ unione.
Saranno quindi quattro squattrinati, anche parecchio affamati, a venire in soccorso agli sposini accettando di fingersi i nobili parenti dello sposo e aiutando così il marchesino a coronare il suo sogno. I quattro sono stati interpretati da: Luciano Spalletta (don Pasquale), Greta Pollace (donna Concetta), Sara Felice (Pupetta) e Alfredo Gianico (don Felice). Ma come spesso accade, non hanno fatto i conti con gli scherzi del destino, che metterà a dura prova la ”recita” creando una serie di gag e situazioni comiche, divertente il ruolo interpretato da Stefano Piedigrosso (Peppiniello). E ancora Alessia Di Zillo (donna Luisella) Gianni Marianacci (don Gaetano), Francesco D’Ambrosio (Luigino), Lorenzo Antenucci (Marchese Ottavio Favetti, alias Bebé), Alessia Antenucci (Bettina), Noemi Antenucci (Gioacchina Castiello), Lukas Ribinskas (Vicienzo) e Mouchine e Houssam El Hamzaoui (primo e secondo facchino).
La messa in scena di questa commedia è stata una bella scommessa vinta per questi ragazzi che si sono impegnati tantissimo per realizzarla, dimostrando a tutti che lavorando insieme e impegnandosi seriamente si possono realizzare grandi cose. Il teatro è arte e come ogni forma d’ arte manda dei messaggi. Poi spetta ad ogni spettatore, attraverso una semplice emozione, una risata, una battuta, etc, riuscire a interpretarli. Questi ragazzi sono stati talmente bravi da farci divertire e soprattutto riflettere sulle difficoltà che vivono le famiglie, sulle speranze e i sogni di un miglioramento economico e sociale.
Certo, il paragone col dopoguerra forse è azzardato, ma anche oggi nelle famiglie e nei giovani c’è molta preoccupazione a causa della grave crisi economica e lavorativa che ha colpito la nostra società, creando una nuova classe sociale di poveri. E’ vero, oggi nelle famiglie non c’è la miseria del dopoguerra, ma è innegabile che la crisi economica e sociale e i tagli dei servizi voluti dalla politica hanno messo in crisi un intero territorio che, privato di servizi e di lavoro, non ha possibilità di crescita.
In contrapposizione invece si trovano le città capoluogo o quelle costiere dotate di servizi e di tante possibilità di lavoro, di studio e di crescita. Miseria e nobiltà, appunto. Conclusa questa riflessione, ci auguriamo che questa estate ci siano altre repliche, magari in piazza, per dare a tutti la possibilità di godersi la rappresentazione e apprezzare la bravura di questi piccoli attori.
Daniele Leone