Dopo le elezioni regionali le acque agitate della politica vastese rischiano di trasformarsi ancora una volta in tempesta. Proprio durante la stagione balneare in Comune si prospetta un nuovo tira e molla che coinvolge maggioranza e Giunta. A una manciata di settimane dal termine della crisi, conclusasi con il ritorno in carica di tutti gli assessori, il sindaco di Vasto, Luciano Lapenna, rischia di trovarsi ancora una volta invischiato nel pantano dell’ennesimo rimpasto.
Del resto, una parte del Pd, l’area critica di cui fa parte anche il segretario cittadino Antonio Del Casale, non ha mai nascosto di voler fare piazza pulita dell’attuale squadra di governo della città: è nota, infatti, la volontà di sostituire gli attuali assessori. Non è cosa nuova, ma neanche un’idea abbandonata. Anzi, può tornare attuale proprio ora, nel momento in cui un assessore si appresta a lasciare la carica dopo essere stato eletto in Consiglio regionale. La poltrona da cui si alzerà Mario Olivieri può rappresentare, per chi vuole il cambiamento totale, il grimaldello con cui scardinare la Giunta e indurre il primo cittadino a nominarne un’altra totalmente rinnovata.
Ma, visti i precedenti, il rimpasto non sembra la soluzione più accreditata. Per una serie di motivi. Innanzitutto perché Lapenna, nelle numerose crisi politiche precedenti, ha sempre sostituito singoli assessori e mai rivoluzionato la sua compagine amministrativa. Ancor di più adesso, in una fase politica in cui i suoi alleati sono proprio quegli assessori che lui ha voluto confermare in blocco (contro le indicazioni della segreteria del suo partito) poche settimane fa. Certo, è vero che il sindaco, proprio quando ha rimesso in piedi la stessa Giunta che aveva azzerato, ha lasciato uno spiraglio per ridiscutere la questione dopo le elezioni regionali, cioè adesso. Ma è altrettanto vero che il fronte del no al rimpasto fa già registrare le prime adesioni. Il Psi (che ha tre consiglieri comunali) avverte: “Ricominciare il balletto del rimpasto della giunta, non serve a nulla e complica ulteriormente i programmi, l’esecutivo che il sindaco Lapenna ha scelto deve concludere i programmi e i progetti in itinere”, afferma il capogruppo socialista, Gabriele Barisano. “Se ci sono incompatibilità di qualche assessore o qualche partito che deve regolare i conti al proprio interno si faccia al più presto, ma che non sia il pretesto per bloccare o rallentare l’attività amministrativa”. Il Psi non vuole il rimpasto e tutela il proprio assessore, Luigi Masciulli, nominato appena un anno fa. Ed è facile immaginare che tutta l’ala sinistra della coalizione, come già accaduto nel recente passato, abbia intenzione di confermare i propri rappresentanti in Giunta.
A quel punto, la questione si ridurrebbe ancora una volta a una battaglia interna al Pd. Una battaglia che è già iniziata, viste le dichiarazioni post voto di Domenico Molino, che ora torna alla carica. In un manifesto ringrazia i 2227 elettori che l’hanno votato, ma su Facebook pubblica un velenoso commento sui risultati definitivi delle regionali, appena diramati dalla Corte d’appello, che ieri ha proclamato i nuovi componenti dell’assemblea di Palazzo dell’Emicilo; in provincia di Chieti il Partito democratico è riuscito a far eleggere tre candidati: Silvio Paolucci, Camillo D’Alessandro e Antonio Innaurato. Molino, classificatosi quarto, è il primo dei non eletti: “Con il dato finale, ciò che ho definito miopia penso possa essere declinato come cecità! Per la seconda volta consecutiva il candidato di Vasto del Pd è primo dei non eletti… sarà una maledizione? No, altro”.
C’è aria di resa dei conti, non solo nel Pd, ma anche in Giustizia sociale, la lista civica in cui nel 2011 sono stati eletti sia Olivieri che Luigi Marcello. Il primo rimprovera al secondo di non averlo sostenuto nella campagna elettorale per le regionali. Di conseguenza, il neo consigliere regionale non appoggerà Marcello nella corsa verso la poltrona di assessore.
Vista l’aria pesante, Lapena potrebbe optare per la semplice sostituzione di Olivieri, lasciando inalterato il resto della Giunta. O, addirittura, potrebbe ridurre il numero degli assessorati, non nominando nessun sostituto di Oliveri e avocando a sé la delega alla Pubblica istruzione.
Per l’ennesima volta, con la stagione turistica che stenta a decollare, l’amministrazione comunale e la maggioranza rischiano di rimanere impantanati nelle sabbie mobili in cui loro stesse si sono tuffate.