“Sii padre e servitore della fede“. Sono queste le parole che monsignor Bruno Forte lascia come messaggio a monsignor Camillo Cibotti, nuovo vescovo di Isernia-Venafro durante la sua ordinazione nella basilica-santuario della Madonna dei Miracoli a Casalbordino. Una cerimonia intensa, con tantissima gente proveniente da Abruzzo e Molise, che ha voluto essere presente nel giorno in cui il sacerdote, nato proprio a Casalbordino nel 1954 e dove ha trascorso gli anni della sua crescita fino al suo ingresso in seminario, è diventato vescovo, per imposizione delle mani di monsignor Bruno Forte, di monsignor Giancarlo Bregantini, arcivescovo di Campobasso e di monsignor Salvatore Visco, suo predecessore nella diocesi di Isernia-Venafro. Presenti in gran numero anche i sacerdoti delle diocesi interessate, oltre ad autorità civili e militari delle due regioni che segnano la missione sacerdotale di monsignor Cibotti.
Durante la sua omelia monsignor Forte, che ha avuto al suo fianco don Cibotti come vicario generale negli ultimo anni, ha ricordato come “senza fede non c’è missione. È per la fede che lasci la nostra chiesa diocesana, in cui sei stato vicario, parroco, confessore, per partire verso il popolo che Dio ti affida”. Rivolgendosi ai tanti fedeli molisani padre Bruno li ha esortati: “chiedete a don Camillo che sia il maestro della vostra fede”. In una basilica mariana, nel giorno della festa della Madonna dei Miracoli, anche un pensiero a “Maria, che tanto ami e a cui hai voluto affidare il tuo servizio episcopale”. Infatti nello stemma di monsignor Cibotti, riprodotto anche sulla sua mitra, figura proprio la M azzurra.
Il rito di ordinazione episcopale, cui hanno partecipato anche molti altri vescovi, si è concluso con le parole di ringraziamento del nuovo vescovo. “Come Abramo lascio la mia terra e vado dove Egli mi chiama”, ha esordito monsignor Cibotti, che più volte si è commosso durante il suo discorso. “Ho vissuto le ultime settimane con grande sofferenza, meditando la mia piccolezza davanti a Dio. Oggi voglio esprimere il mio grazie innanzitutto alla mia famiglia e a tutte le persone che ho incontrato lungo il mio cammino“. Un grazie ai parroci di Casalbordino che he hanno avviato la formazione cristiana, a partire dal “caro don Fiorino, con il viceparroco don Giuseppe, poi don Antonio. Spinto dal loro esempio ho scelto di entrare in seminario a 11 anni. Lì ho sperimentato un clima di preghiera, studio, servizio e fraternità”. Dal nuovo vescovo anche il grazie a “tutti coloro che hanno condiviso con me la fatica e la gioia della scelta del sacerdozio”. Ricordate anche le parrocchie da lui guidate, San Martino vescovo a Liscia, San Pietro apostolo a Ripa Teatina e la Santissima Trinità a Chieti.
Un pensiero spiritoso anche per i sacerdoti suoi concittadini, “ribattezzati da Padre Bruno il clan dei casalesi. Ma la nostra unica arma è il manto di Maria, che ci guida sempre nel nostro cammino”. E il grazie anche alla comunità di Casalbordino, che gli ha fatto dono del bel pastorale di legno utilizzato durante la cerimonia. “Quando ero piccolo ho assaporato la gioia di essere figlio di tutti. Sappiate che quando mi appoggio su questo pastorale mi appoggio sulla vostra preghiera”.
Dopo la messa, conclusa con la solenne benedizione dell’arcivescovo, la processione con la statua della Madonna si è snodata lungo le vie di Miracoli. Ad accompagnare il corteo le note della banda dei giovani, guidata dalla sapiente arte musicale di don Gabriele. In serata la festa si è conclusa con il concerto di Eugenio Finardi.