Sospesi dal servizio fino a quando non chiariranno la loro posizione, da oggi inizieranno a percepire la metà dello stipendio.
E’ il provvedimento assunto dal Comune di San Salvo nei confronti dei quattro vigili urbani finiti la scorsa settimana agli arresti domiciliari nell’ambito di Multopoli, l’inchiesta sulla gestione delle contravvenzioni nella di piazza San Vitale. Secondo la Direzione distrettuale antimafia dell’Aquila e la Procura di Vasto, che coordinano le indagini eseguite da finanzieri e carabinieri, gli indagati avrebbero formato un’associazione a delinquere finalizzata ad annullare indebitamente i verbali e, in determinate circostanze, ad appropriarsi dei soldi pagati dai cittadini multati. L’indagine è scaturita dalla denuncia presentata oltre tre anni fa dal maggiore Silvana Paci, comandante per un biennio della polizia municipale di San Salvo, al fine di far luce su episodi accaduti prima del suo insediamento.
In attesa che chiariscano la loro posizione, il segretario generale del Comune “ha predisposto d’ufficio, per quanto previsto dal contratto collettivo di lavoro del comparto Regioni-Autonomie Locali – si legge in un comunicato del municipio – la sospensione cautelare dal servizio con corresponsione di un’indennità pari al 50 per cento dello stipendio mensile nei confronti dei quattro vigili urbani”: l’ex comandante Benedetto Del Sindaco, il maresciallo Carmela Felice e gli agenti Angela Monaco e Dino Di Fabio non hanno risposto alle domande del magistrato. Negli interrogatori della scorsa settimana, dinanzi al gip Giuseppe Romano Gargarella, tutti e quattro si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Si professano innocenti.
L’accusa – I reati ipotizzati dai pm David Mancini dell’Aquila ed Enrica Medori di Vasto sono: “Associazione a delinquere, peculato, falso, abuso d’ufficio, accesso abusivo al sistema informatizzato del Pubblico registro automobilistico, minaccia a pubblico ufficiale e violenza a terzi soggetti a conoscenza dei fatti, al fine di impedire l’accertamento dei delitti da loro commessi e l’esistenza del connubio criminale in essere tra loro”, come spiegato in un comunicato della Procura di Vasto, secondo cui “gli agenti avrebbero omesso la riscossione in tutto o in parte di somme dovute all’ente per sazioni amministrative al codice della strada; avrebbero formato atti falsi per far risultare pagati alcuni verbali mediante versamento di somme su conti correnti risultati successivamente inesistenti e, talvolta, avrebbero modificato l’importo della sanzione prevista dalla normativa per appropriarsi del surplus, ovvero per fare sconti indebiti, o omesso di spedire alcuni verbali, pemettendo così al contravventore di esimersi dal pagamento della sanzione amministrativa, con conseguente danno per le casse comunali”.