E’ stata senza dubbio una delle note più liete della stagione della Vastese. Centrocampista offensivo con il vizio del gol, Pierluigi D’Antonio è arrivato a novembre, in piena fase di ridimensionamento. Classe 1991, cresciuto nella Val Di Sangro, ha messo in mostra le sue qualità dimostrando di essere un giocatore di classe con un grande potenziale e un bagaglio tecnico di tutto rispetto.
A livello personale la tua è stata una stagione positiva, meno per la squadra.
Sì, mi sono ambientato subito e ho giocato tutte le partite da titolare, a parte la prima. A livello di squadra ovviamente so bene che si poteva fare di più, la piazza di Vasto è importante ed è logico che non si accontenti. C’è stato anche un ridimensionamento della squadra e con una rosa molto giovane, con ragazzi al primo o secondo anno di Eccellenza della squadra e abbiamo fatto il possibile.
Come ti sei trovato all’interno del gruppo?
Molto bene, mi hanno subito accolto in maniera calorosa, non ci sono dubbi che questo sia un gruppo solido e unito, composto da bravissimi ragazzi che mi hanno messo subito a mio agio, merito anche del mister e di tutto lo staff tecnico.
Con quali compagni hai legato maggiormente?
Mi sono trovato davvero bene con tutti, in particolare con Soria che mi ha dato una mano e che mi ha sempre dato consigli utili per migliorare. Un altro che mi ha colpito molto per il suo atteggiamento è Avantaggiato, un ragazzo speciale, bravissimo sia in campo che fuori.
Tra i più giovani chi si è fatto notare di più?
D’Adamo lo conoscevo, abbiamo giocato insieme all’Altinrocca, ha fatto molto bene e può crescere ancora, è un ‘95 che ha delle ottime potenzialità, deve continuare a lavorare e impegnarsi come ha fatto fino ad ora. Un altro bravo è Balzano, sia fisicamente che tatticamente, deve solo superare il blocco mentale, se ci riesce può avere un grande futuro. In allenamento è fortissimo, in partita si perde, ma ci può stare è ancora molto giovane e l’emozione può fare brutti scherzi. Anche Berardi è andato bene, nonostante un’esperienza minima nella categoria, sa giocare sia a destra che a sinistra, uno sul quale puoi fare sempre affidamento. Anche lui se continua così può avere un futuro.
Cosa ti ha colpito di più di Vasto?
Sicuramente che sia una grande piazza, la tifoseria, anche se allo stadio vengono in pochi. E’ molto bello giocare qui.
E in negativo?
Mi aspettavo una maggiore serietà da parte della società. Di negativo aggiungo le brutte sconfitte con Avezzano, Altinrocca, San Salvo e Cupello.
Quali consigli ti ha dato il mister?
Mi ha detto che devo tirare di più in porta, ho il difetto di essere troppo altruista vicino alla porta e quindi di passare quando non devo e troppo egoista lontano dalla porta, dove passo poco. Mi ha sempre spronato a fare di più e meglio.
Hai già deciso dove giocherai il prossimo anno?
Vorrei restare qui, mi sono trovato benissimo, ma non ne abbiamo ancora parlato.
Quello che è certo è che a seguirti ci sarà tuo padre Genesio che non si perde mai una tua partita.
E’ davvero unico, mi ha sempre accompagnato, dai primi calci al pallone ad oggi, è sempre sugli spalti ovunque io giochi, è il mio primo tifoso, mi sostiene sempre e mi aiuta.
Nel frattempo proverai a cimentarti anche nel beach soccer?
Mi piacerebbe provare per vedere se sono adatto a questo sport, non è detto che se te la cavi nel calcio a 11 sei pronto anche per il beach, per questo vorrei togliermi il dubbio. Secondo me le mie caratteristiche non si adattano molto, ma vorrei provare per averne la certezza.