Si professano innocenti i quattro vigili urbani di San Salvo finiti agli arresti domiciliari nell’ambito di Multopoli, l’inchiesta coordinata dalle Procure di L’Aquila e Vasto e condotta dalla Compagnia di Vasto della guardia di finanza e dai carabinieri della sezione di polizia giudiziaria del Tribunale di via Bachelet.
Gli indagati sono in attesa degli interrogatori di garanzia. Intanto, le difese preannunciano istanza di scarcerazione.
“Aspettiamo l’interrogatorio e poi decideremo il da farsi, se avvalerci eventualmente della facoltà di non rispondere. La nostra assistita si dichiara totalmente estranea ai fatti. Da parte sua, non c’è stata alcuna appropriazione del denaro delle multe”, afferma l’avvocato Fiorenzo Cieri, che insieme al suo collega Antonello Cerella difende il maresciallo Carmela Felice.
“La vicenda è nelle mani dei magistrati della Dda dell’Aquila e della Procura di Vasto. Quando i nostri clienti verranno interrogati dal gip, Romano Gargarella, chiederemo la revoca delle misure restrittive”, conferma l’avvocato Giovanni Cerella, che difende l’ex comandante della polizia municipale di San Salvo, Benedetto Del Sindaco, e l’agente Angela Monaco.
Preferisce per ora non rilasciare dichiarazioni l’avvocato Clementina De Virgiliis, che insieme alla sua collega Alessandra Cappa difende Dino Di Fabio, limitandosi a dire che il vigile “si professa innocente”.
Nei confronti degli indagati i reati ipotizzati sono: “Associazione a delinquere, peculato, falso, abuso d’ufficio, accesso abusivo al sistema informatizzato del Pubblico registro automobilistico, minaccia a pubblico ufficiale e violenza a terzi soggetti a conoscenza dei fatti, al fine di impedire l’accertamento dei delitti da loro commessi e l’esistenza del connubio criminale in essere tra loro”, come spiegato in un comunicato della Procura di Vasto, secondo cui “gli agenti avrebbero omesso la riscossione in tutto o in parte di somme dovute all’ente per sazioni amministrative al codice della strada; avrebbero formato atti falsi per far risultare pagati alcuni verbali mediante versamento di somme su conti correnti risultati successivamente inesistenti e, talvolta, avrebbero modificato l’importo della sanzione prevista dalla normativa per appropriarsi del surplus, ovvero per fare sconti indebiti, o omesso di spedire alcuni verbali, pemettendo così al contravventore di esimersi dal pagamento della sanzione amministrativa, con conseguente danno per le casse comunali”.