Alla sua seconda stagione da allenatore Mario Lemme ha guidato la Vastese, dalla sesta giornata fino al termine del campionato di Eccellenza, concluso al quinto posto. Un risultato che ha fatto storcere il naso a tifosi e appassionati che, a ragione, sostengono che la piazza di Vasto per storia e blasone possa ambire a campionati più prestigiosi. Lo sa bene anche il mister che però elogia i suoi per il piazzamento ottenuto tra difficoltà e con una rosa molto giovane.
Che campionato è stato quello della Vastese?
E’ stata una stagione positiva, sono arrivato alla sesta giornata con la squadra in bassa classifica, ero convinto di poter fare meglio, la qualità c’era, a novembre si poteva fare di più sul mercato ma non è stato possibile. Con un paio di innesti di esperienza avremmo potuto disputare i play-off. Questo quinto posto è stato ottenuto da una squadra giovanissima, con una media di 21/22 anni e la maggior parte non ha mai giocato in Eccellenza, da loro non si poteva avere di più. Ringrazio i ragazzi perché mi hanno sempre seguito e aiutato, sono un grande gruppo, non sono stati elogiati abbastanza, lo avrebbero meritato. Hanno ricevuto solo tante critiche, ma per le loro qualità hanno fatto un bellissimo campionato.
Se non vi foste chiamati Vastese i giudizi sarebbero stati positivi.
Esattamente, noi siamo una neopromossa, in mezzo a tante difficoltà e ad un ridimensionamento di budget e uomini abbiamo fatto bene. Faccio un esempio, la Juventus dopo la B è arrivata due anni settima prima di tornare a vincere, aveva il nome e il blasone ma era pur sempre una neopromossa. Nel calcio non sempre si può avere tutto subito, ci vuole pazienza. Siamo arrivati quinti, in un campionato dove ci sono squadre che militano in Eccellenza da anni, che ogni stagione si rafforzano, con gente esperta e una base che gioca insieme da molto.
La piazza di Vasto però di pazienza non ne ha.
Lo so bene, sono il primo tifoso di questa squadra, capisco la delusione dei tifosi dopo anni bui, anche io vorrei allenare una corazzata, ma i tempi sono questi, i soldi non ci sono, non dico che bisogna accontentarsi, ma bisogna provare a fare il meglio con ciò che si ha a disposizione. Come ho detto a qualche tifoso con 5 euro non puoi pretendere di mangiare il brodetto, puoi comprare un panino.
Come ha reagito il mister al ridimensionamento? Ha provato a far cambiare idea alla società?
In molti di quelli che sono andati via a me non servivano. Ho detto alla società che con due innesti di esperienza avremmo potuto puntare ai play-off, uno dietro perché la nostra è un difesa molto giovane, il più anziano è Benedetti del ’90, e uno a centrocampo, ho ovviamente spiegato le mie ragioni, ma hanno risposto che avrebbero risparmiato, così il budget è stato ridotto, la squadra e gli obiettivi cambiati di conseguenza.
Già c’erano stati de contatti con i possibili nuovi acquisti?
Censori, Francia, Giuliano, erano tutti già stati contattati, ci avevo parlato e avevano dato la loro disponibilità, li conosco personalmente, come ne conosco tanti altri. Invece sono arrivati giovani funzionali al progetto, D’Antonio, Miccoli, Rossodivita hanno fatto bene.
C’è un giocatore che l’ha impressionata maggiormente?
Sarà che Soria è un amico ma ha sempre tirato il gruppo, non ho mai avuto problemi con lui, un vero professionista, non si è mai risparmiato e alla sua età non è facile. Avantaggiato è un altro di quelli che ha tanta qualità, non c’entra nulla con questa categoria, ma deve migliorare mentalmente, lo dico per il suo bene, è sprecato per l’Eccellenza. Uno che ha reso meno di ciò che vale è Miani, gli infortuni lo hanno condizionato parecchio, ma vi garantisco che è davvero forte, per la categoria è un lusso.
E tra i giovani?
D’Adamo ha fatto un grandissimo campionato, Balzano è quello più pronto, sia per il fisico che per la tattica, ma deve ancora crescere caratterialmente. Un altro bravo è Forte, lui è già un po’ più maturo sotto certi aspetti.
Tornando indietro Lemme accetterebbe la panchina della Vastese?
Sì, arrivare quinti con tanti problemi è un risultato positivo, questi ragazzi nonostante le pressioni del nome hanno fatto bene.
Con la società quali sono stati i rapporti?
Mi ha sempre fatto lavorare in totale autonomia, come volevo, è giusto che sia io a prendermi la responsabilità di tutto.
In cosa si può fare meglio?
Bisogna essere chiari dall’inizio e dire alla piazza quali sono gli obiettivi, senza illudere nessuno o fare proclami irrealizzabili, che se poi non si concretizzano ricadono tutti sulla squadra e sui ragazzi. Così si genera solo confusione. Se non si hanno le potenzialità per lottare per i vertici è meglio dirlo. Importante è anche che ognuno abbia il proprio ruolo definito e si sappia di cosa si occupa. Se si vuole crescere devi essere la Vastese a 360 gradi, in campo e fuori, in ogni cosa. La mia non è un’accusa contro la società, ma solo un consiglio per poter migliorare.
Come vi siete trovati nelle strutture sportive cittadine?
Il campo dei Salesiani è quello che è, ma tutto sommato ci siamo trovati bene, peccato non potersi allenare all’Aragona, ci siamo andati pochissimo, per noi è importante misurare le distanza sul campo dove giochiamo la domenica, che rispetto ai Salesiani è più ampio. Non è facile prepararsi in questo modo.
Dove sarà il futuro di mister Lemme?
Non lo so, io vorrei restare, ne parlerò con la società, una lista di giocatori pronta ce l’ho, non si sa mai, mi piacerebbe allenare per la prima volta una squadra allestita da me, ma sono anche uno che si adatta a ciò che gli viene dato. Comunque dobbiamo ancora incontrarci e vedere cosa vuole fare la dirigenza. Nel frattempo ringrazio oltre a tutta la squadra il mio vice Simone Di Santo, il preparatore dei portieri Giovanni Benedetti, il magazziniere e custode Mimmo Albanese e i fisioterapisti Warner D’Anniballe e Manolo Monopoli.