“Quel 40% di elettorato Pd che ha espresso la propria preferenza altrove e non a Domenico Molino, lo ha espresso liberamente senza voler ricevere imposizioni”. Lo afferma Angelo Bucciarelli, membro della segreteria del Partito democratico di Vasto.
“Per ragioni storiche e culturali gli elettori vastesi hanno sempre espresso con un certo slancio la preferenza, ma questa volta non è stato propriamente così. Questa volta molti hanno assegnato il voto ad un partito, il Pd, senza indicare una preferenza per un candidato al Consiglio. Il Pd ha preso 4849 voti, le preferenze espresse sono state 2391, neanche il 50% del totale. Possiamo quindi affermare che, questa volta, i vastesi, hanno espresso un voto più politico, di apprezzamento dell’operato di Renzi, oltre che di D’Alfonso e del suo programma”.
Secondo Bucciarelli, “il valore molto basso delle preferenze fatte registrare dal Pd è una chiara indicazione in senso politico della propria scelta, che prescinde dal profilo dei candidati di lista.
Delle preferenze espresse al Pd, dunque, Domenico Molino, con i suoi 1398, ne ha prese circa il 60% del totale, una cifra, oserei dire, plebiscitaria, esaltante nella sua dimensione, gaspariana se mi si lascia passare la parola, che dovrebbe far inorgoglire l’interessato, come immagino sia.
Infatti, non è mai accaduto, dal 1948 in poi, che un candidato abbia preso il 100% delle preferenze. E’ la democrazia. L’elettore non è mai un idiota in attesa di qualcuno che gli ordini la scelta da fare, ma è un essere pensante che analizza, valuta e poi decide in autonomia, nel segreto dell’urna. Il voto si conquista con la stima e la fiducia, non certo con l’imposizione”.