Con le sue 15 reti complessive in questa stagione Andrea Antenucci è stato il capocannoniere dell’Us San Salvo. Insieme al compagno di reparto Vito Marinelli ha formato una coppia definita dai tifosi biancazzurri dei “gemelli del gol”. Classe 1989, Andrea è il fratello di Mirco Antenucci, attaccante della Ternana, ex Catania e Torino, tra le tante. Buon sangue non mente.
Sarebbe però riduttivo parlarne solo per la nota parentela con un professionista del gol, Andrea è uno che la mette dentro, i numeri sono dalla sua parte. Originario di Roccavivara, in provincia di Campobasso, dove vive tutt’ora, il più piccolo dei fratelli Antenucci inizia la sua carriera a Vasto, negli allievi nazionali, gioca anche nella Beretti e poi debutta in D con Pino Di Meo. A 17 anni è considerato una promessa, segna tanto e si fa notare. Poi indossa le maglie di Val Di Sangro, Campobasso (dove con la juniores metterà a segno circa 40 gol vincendo il titolo nazionale), Agnone, Montesilvano e Montenero di Bisaccia. Fino al ritorno questa estate a San Salvo, dove aveva già giocato per un breve periodo due anni prima.
Quest’ultima è stata senza dubbio una stagione positiva sia per te che per la squadra.
Sì, ma siamo stati sfortunati, solo io ho preso 5/6 traverse, per non parlare delle rimonte subite nel finale, dei rigori sbagliati, di qualche gol annullato e di altri non entrati ma convalidati. Con maggiore attenzione e un pizzico di fortuna potevamo avere più punti e arrivare fino al quarto posto.
Che squadra hai trovato al tuo arrivo?
Mi sono ambientato subito molto bene, mi hanno voluto qui sia mister Di Nardo che Gallicchio, con cui ho giocato contro tempo fa, li ringrazio entrambi. Con Gallicchio ci sentiamo spesso anche in questi giorni. Ho trovato un gruppo valido e molto unito, mi sono trovato molto bene con tutti. Anche in città, ho investito a San Salvo aprendo un negozio di elettronica.
Ti aspettavi una stagione così?
No, sia perché non mi pongo mai degli obiettivi, punto sempre al massimo, ma anche perché quando sono arrivato il gruppo era molto forte e anche dopo, quando alcuni giocatori sono andati via a dicembre, i nuovi arrivati erano tutti all’altezza e si è visto, hanno fatto la differenza. Si poteva fare meglio, questa squadra ha un potenziale importante. Ringrazio il direttore generale Ettore Montagano, da quando è arrivato ha fatto un ottimo lavoro.
Qual è stata la partita più bella?
Ovviamente le vittorie contro la Vastese, anche se in campionato al ritorno ero in panchina, ho comunque partecipato alla festa.
La peggiore?
Contro il Pineto, quel rigore sbagliato al 90’ pesa ancora, in precedenza nel primo tempo ne aveva sbagliato uno anche Marinelli, è stata una partita maledetta.
Il San Nicolò è stata la squadra più forte?
Indubbiamente di un’altra categoria e Bisegna dell’Avezzano il giocatore che mi ha impressionato di più. Ma è stato un bel campionato, a parte la capolista, equilibrato. Sono state tutte partite difficili. Noi abbiamo sofferto più contro le squadre che lottavano per la salvezza che con quelle di vertice.
Il gol più bello che hai segnato in questa stagione?
Contro il Civitella Roveto, è finita 3-1, ho segnato una doppietta, una delle due reti al volo sotto l’incrocio.
C’è uno stadio in cui preferisci giocare?
Oltre al Bucci l’Aragona, lì ho bei ricordi, giocare e vincere lì ha sempre un sapore particolare, è un luogo di storia. Anche al Dei Marsi di Avezzano, sia per lo stadio che per le tifoserie, sono due stadi molto emozionanti.
Come hai visto i giovani biancazzurri tuoi compagni di squadra?
Qui c’è una buona scuola, Pollutri, Raspa, Alberico, Ramundo, Cappelletti, che è un under ma è già un giocatore formato, sono tutti di prospettiva, vuol dire che si è lavorato bene. I ragazzi bravi ci sono, si può puntare su di loro anche per la prima squadra.
Come sono i tifosi sansalvesi?
Eccezionali, sono passionali e davvero il dodicesimo uomo in campo, sono venuti anche a Civitella Roveto, ciò dimostra con i fatti una grande passione.
Tuo fratello Mirco ti ha dato qualche consiglio?
Sempre, ci sentiamo spesso, mi aiuta molto, è anche venuto a vedere qualche partita. Lo vedo come un idolo. Dice che devo essere più cattivo, mi stimola e mi incoraggia sempre.
Non pensi mai di meritare anche tu un’opportunità più importante nel calcio?
Uno ci spera sempre è ovvio, ma nel calcio se non arrivi in certe categorie ad una certa età è molto difficile che possa arrivarci dopo, anche se non si sa mai.
C’è qualcosa che nel corso della tua carriera non rifaresti?
Andare a Montesilvano, ero partito bene, da settembre a ottobre ho fatto 8 gol, ma avevo un contratto forfettario, alla fine ho perso un anno. Inoltre da ragazzo nelle giovanili mi sarei dovuto applicare di più, forse oggi potrei essere qualche categoria più in alto. Non sarei mai dovuto andare via dalla Pro Vasto, sarei cresciuto sicuramente meglio in un ambiente di professionisti.
Il tuo futuro dove sarà?
Voglio restare qui, mi trovo benissimo, San Salvo può puntare a qualcosa di più, ma dipende anche dalla società. Qui c’è tutto per fare bene, anche uno stadio molto bello, spero sistemino il prato, siamo penalizzati a giocare su un manto erboso in quelle condizioni.