Con la sua neopromossa juniores, dopo la vittoria del titolo provinciale lo scorso anno, alla seconda stagione in panchina mister Michele Stivaletta ha chiuso in quarta posizione, 45 punti, 13 vittorie, 6 pareggi, 7 sconfitte, 59 gol fatti, terzo attacco e difesa del torneo.
Mister che campionato è stato? Senza quel gol al 96′ all’ultima partita sareste arrivati terzi.
Nonostante quell’episodio è andato oltre ogni aspettativa, eravamo una neopromossa e abbiamo mantenuto sempre una buona posizione in tutta la stagione. Un campionato più che positivo, non l’avrei mai detto perché abbiamo dovuto giocare tra tante difficoltà. Ci alleniamo all’Incoronata, in una struttura pessima e giochiamo su un campo, quello dei Salesiani, che non è messo meglio.
Quali altre difficoltà avete incontrato?
Arrivano ragazzi che a 18 anni non sanno come muoversi in campo, non conoscono i fondamentali per affrontare un campionato, a quell’età dovrebbero essere pronti, invece non lo sono, noi facciamo il possibile. Bisognerebbe chiedere a loro se hanno imparato qualcosa, non sempre il nostro ruolo si conclude con il risultato e la classifica, noi ci siamo anche e soprattutto per insegnare.
Qual è stato il vostro momento migliore?
La vittoria contro il San Salvo, è stata una bella soddisfazione, anche se loro avevano mollato. La nostra forza è stata motivare i ragazzi ogni singola partita e loro sono stati bravi, altrimenti non avremmo avuto questo finale in crescendo.
E un momento negativo?
Quando abbiamo capito che il nostro sarebbe stato un campionato da metà classifica, così è difficile motivare il gruppo, tutti avevano raggiunto i proprio obiettivi. I ragazzi a questa età hanno anche altre distrazioni, bisogna sempre farli sentire importanti per farli venire al campo.
Un limite è rappresentato anche dalla formula del torneo.
Metterei i play off almeno dalla seconda alla quinta. In questo modo ci si divertirebbe di più, farei anche i play out per mantenere vivo l’interesse.
Con tante squadre come è stato allestire la rosa questa estate?
La Vastese non è stata la prima scelta come si può pensare, il perché non lo so, in due anni il mio telefono non è mai squillato durante il mercato, nessuno che volesse venire, la colpa è probabilmente mia, ma questa è la verità.
Come hai visto il campionato delle altre?
Il Vasto Marina ha vinto meritatamente, anche se penso che nel prosieguo del torneo potrebbe avere delle difficoltà, non glielo auguro, ma purtroppo il fattore campo è determinante. Allenarsi tutto l’anno sulla terra avrà delle ripercussioni sui ragazzi che andranno a giocare sull’erba o sul sintetico, se riusciranno a fare bene saranno doppiamente bravi. Complimenti anche al San Salvo, ringrazio mister Di Nardo per le belle parole e sono d’accordo con lui, ci deve essere maggiore comunicazione tra i tecnici delle varie squadre di una stessa società e la prima squadra deve avere a cuore i giovani. Ognuno punta al proprio orticello, in tutte le società, chi lo nega dice delle falsità. La Virtus Cupello ha fatto una grande campionato, anche se hanno usufruito del sintetico e del settore giovanile.
Le squadre della zona sono arrivate nelle prime quattro posizioni, il movimento giovanile vastese sembra essere in salute.
Si sta facendo poco e nulla per i giovani, allenarsi senza un campo in sintetico equivale a non fare scuola calcio. Quando non c’è sinergia tra tutte le società non c’è futuro, ma solo battaglia. Dispiace che questi ragazzi che ho da due anni non siano stati visti, mi sarebbe piaciuto vederli esordire in prima squadra, anche nelle ultime partite che non valevano molto per la classifica. Se fossero stati inseriti prima in un determinato contesto sarebbero stati più pronti. Non ci si può ricordare di loro solo nell’emergenza. I ragazzi della mia juniores sono meglio di alcuni di fuori, si devono guadare le potenzialità, non da dove vengono, questa mentalità non è costruttiva, inoltre i vastesi sono a costo zero. Hanno lavorato tanto e per loro sarebbe stato un meritato premio, ma si ha sempre paura di schierarli. Hanno dato tutto ciò che avevano, di più non potevano fare.
Cosa serve per migliorare?
Una buona organizzazione, un campo in sintetico, un coordinatore unico, non un direttore sportivo, che pianifichi tutte le attività, gli allenamenti, gli obiettivi tecnici e tattici, che decida cosa si faccia in allenamento e come si facciano crescere i ragazzi. Non lo fa nessuno.
Ci tieni a fare dei ringraziamenti.
Ringrazio la società che mi ha dato l’opportunità di allenare, non avremmo mai raggiunto questo risultato senza il mio secondo Nicola La Verghetta, quest’anno l’ho fatto esaurire, grazie anche a Domenico Giacomucci, al presidente Mario Bolognese, Dino Monteferrante, Alfonso Calvitti e Mohammed El Ouattab.
Dove sarà il tuo futuro?
Non so, devo parlarne con la società.
Foto – Vastese Juniores 2013/2014
Le foto di giocatori, staff tecnico e dirigenti della Vastese juniores 2013/2014