“Il pericolo di nuove trivellazioni non è scongiurato. Nella sentenza del Tar, viene citato più volte il Parco della Costa teatina. E’ necessario procedere alla perimetrazione, altrimenti cadono alcune delle motivazioni che sorreggono quella sentenza“. A lanciare un monito diretto alla politica abruzzese e ai suoi rappresentanti istituzionali è Michele Fina, marsicano, membro della segreteria di Andrea Orlando, oggi ministro della Giustizia nel Governo Renzi, ma fino a pochi mesi fa titolare della delega all’Ambiente del precedente esecutivo, guidato da Enrico Letta.
Secondo Fina, “Bisogna fare presto sulla realizzazione del Parco nazionale della Costa teatina e poi fare chiarezza sulla deroga introdotta da Passera al limite delle 12 miglia”. L’eccezione al divieto di installare pozzi petroliferi in mare entro le 12 miglia mette tuttora a rischio il mare abruzzese e il futuro parco costiero, di cui si parla dal 2005 ma, all’atto pratico, le resistenze sono ancora molte in ambito economico e politico.
“Alcuni progetti presentati dalle compagnie petrolifere – spiega il funzionario ministeriale – sono in deroga al limite delle 12 miglia. E’ in corso una discussione parlamentare. E in Parlamento c’è la volontà di rivedere quella norma. Lo scorso anno l’allora ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, chiese l’Aia (autorizzazione integrata ambientale). Fu una scelta dettata dal principio di precauzione, un atto coraggioso che, se fosse stato giudicato negativamente in sede giudiziaria, avrebbe creato non pochi problemi. Invece, il Tar ci ha dato ragione, abbiamo segnato un punto a favore. Ora si esprimerà il Consiglio di Stato”.