Doppio appuntamento elettorale per Gianni Chiodi, presidente della regione uscente e candidato del centrodestra nelle elezioni del 25 maggio. A San Salvo ad introdurlo, nella sala della Porta della Terra, è stato il sindaco Tiziana Magnacca. Chiodi, nel suo intervento, ha elencato quanto fatto dalla sua amministrazione regionale. “Abbiamo trovato una situazione disastrata – dice con vigore – e siamo la prima giunta regionale nella storia dell’Abruzzo che conclude il mandato avendo ridotto il debito e ridotto le tasse”. Ripercorrendo le vicende sul debito regionale e sulle vicende della sanità non manca di lanciare una stoccata a Borghezio, che qualche anno fa aveva definito l’Abruzzo una “regione canaglia”. Il presidente della regione ricorda come “oggi l’Abruzzo è, insieme a Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Toscana, una regione virtuosa. E allora a Borghezio dico che oggi è il suo Piemonte ad essere una regione canaglia”.
Parlando di sanità ha toccato i temi dell’innovazione tecnologica e della riduzione degli ospedali. Nessun accenno, invece, alla gestione della sanità nelle aree interne del Vastese, tema di stretta attualità e per cui molti sindaci (qualcuno anche presente ieri) stanno facendo battaglie.
Presenti in sala anche numerosi candidati consiglieri, anche nel successivo appuntamento di Vasto ha trovato ad accoglierlo buona parte della squadra che sarà in campo con lui nelle elezioni regionali. Chiodi non risparmia critiche neanche ai suoi avversari nella competizione elettorale. “Di noi avete conosciuto il modo di governare, sapete quello che abbiamo fatto. Certo, abbiamo commesso anche noi i nostri errori. Ma a chi fa tante cose capita di sbagliare. Ma dall’altra parte chi abbiamo? C’è chi candida persone che hanno messo a repentaglio la salute di 700mila abitanti. Dall’altra ci sono i grillini che si fondano sulla protesta ma non hanno niente di protesta.
Vi dico di fidarvi delle vostre conoscenze. I politici vanno dai delinquenti ai grandi statisti, come avviene in tutte le categorie, nei commercialisti, i medici, i magistrati. Nessun presidente in Abruzzo è stato eletto per la seconda volta, ma non era mai accaduto che un presidente lasciasse un Abruzzo più forte di quello che aveva trovato”.