Vincenzo Di Nardo, per 8 stagioni giocatore del San Salvo, è una bandiera del calcio biancazzurro. La sua avventura in panchina parte dallo Sporting San Salvo, poi passa, anzi torna, all’Us dove inizia 4 anni fa dagli Allievi, in pratica la stessa squadra che oggi è nella juniores.
All’allenatore che ama lavorare e puntare sui giovani, ma che è stato anche il vice di Gallicchio in prima squadra, abbiamo chiesto di fare un bilancio del campionato della juniores, terminato con un terzo posto dietro Vasto Marina e Virtus Cupello. 46 punti, 15 vittorie, 1 pareggio e 10 sconfitte, 51 reti fatte e 41 subite (quarta migliore difesa del torneo).
Mister che campionato è stato il vostro?
Si poteva sicuramente fare di più, il Vasto Marina lo avrebbe vinto comunque, faccio loro i miei complimenti così come li faccio a Michele Stivaletta che al primo anno in un campionato difficile ha conquistato un ottimo piazzamento, è un ragazzo serio. Noi abbiamo avuto dei limiti, costruivamo tanto ma facevamo fatica a metterla dentro, abbiamo segnato poco. Nel finale invece abbiamo mollato, mi sembrava giusto risparmiare i giocatori che servivano alla prima squadra e far giocare chi era stato impiegato meno oltre qualcuno che sarebbe potuto tornare utile il prossimo anno. Comunque la considero una stagione positiva, negli ultimi tre anni siamo arrivati due volte secondi e una terzi.
Non si guarda solo la classifica ma anche la crescita dei ragazzi.
E’ ovviamente importante anche la formazione in funzione della prima squadra, questi ragazzi sono un patrimonio dell’Us San Salvo, potranno tornare utili per i campionati. Noi non abbiamo società che ci riforniscono, i giovani ce li cresciamo in casa e con la regola dei fuoriquota è fondamentale averne.
Questa formula è davvero così sbagliata?
Sbagliatissima, è stata brava la Virtus Cupello a giocarsela fino alla fine contro tutti, ma quando il Vasto Marina si era allontanato di parecchio ormai eravamo senza obiettivi, anche se secondi, e con 13 ragazzi a disposizione ogni settimana ho dato spazio a tutti, la classifica non ci interessava più.
C’è un rammarico?
Che questa squadra è tra le prime 3-4 d’Abruzzo ma non è apprezzata dalla società, ogni anno andiamo avanti a stento, devo ringraziare Nicola Checchia e Piero D’Adamio per il grande aiuto che mi hanno dato. Non è facile allenare la juniores, i ragazzi se non sentono la presenza della società si allontanano, soprattutto quelli che sanno che il prossimo anno andranno all’università, abbiamo fatto il ritorno senza attaccanti. Inoltre arrivati a questo punto o sei un giocatore o non lo sei, non è come gli allievi che ci si può ancora lavorare sopra. A proposito di allievi, nel San Salvo manca un raccordo nel settore giovanile tra allievi e juniores, nel finale volevo portare gli allievi che sarebbero stati utili il prossimo anno, ma non è stato possibile, non so il motivo.
Invece qual è stata la soddisfazione maggiore?
Vederli esordire in prima squadra, è il frutto di un percorso di lavoro durato vari anni. Peccato che in Abruzzo non ci siano società professionistiche serie, abbiamo dato i nostri ragazzi a Pescara e Lanciano quando richiesti, ma li hanno presi solo per fare numero, quando non sono più serviti ce li hanno rimandati. In questo modo in alto non ci arriva nessuno perché i giovani della nostra zona non hanno alternative, non è un caso che tra i professionisti siano pochissimi. Non perché non hanno i mezzi, uno come Stivaletta del Vasto Marina se fosse nato in Lombardia oggi sarebbe già in un club professionistico. Qui da noi manca la serietà.
In alcuni casi si dice che non arrivano perché ci sono anche dei limiti caratteriali.
Non è vero, se non ci punti loro lo capiscono, si distaccano, non c’è solo il calcio. Inoltre alcuni genitori per punire i figli se non studiano, per prima cosa non li fanno più giocare a calcio, è sbagliatissimo, dovrebbero togliere la moto o l’auto.
Quali giocatori della juniores hanno fatto meglio?
Hanno fatto tutti bene, ma si sono distinti Del Borrello, Ramundo, Di Pietro, Ferrante, Pollutri, Cordisco, Alberico, Sessa e D’Aulerio, convocato in nazionale under 17, alcuni di loro hanno alle spalle già due tre campionati in prima squadra. Quelli che la domenica erano convocati a fine partita mi chiedevano se potevano venire a giocare il lunedì, se provavo a dire di no Pollutri e Del Borrello si arrabbiavano, questo è il loro spirito.
A proposito di Ramundo, è stato convocato e impiegato al Torneo delle Regioni, un riconoscimento anche al vostro lavoro.
Se uno lo vede magari non pensa che sappia giocare, forse ci si fa ingannare dalla statura, fatto sta che Marcangeli dopo che lo ha visto la prima volta lo ha chiamato sempre, Riccardo è un giocatore sul quale fare affidamento e poi è il nostro Sandro Piccinini, è lui che dopo le partite nello spogliatoio dava i voti ai compagni.
Da anni ormai lavora con e per i giovani, il Vastese sembra averne tanti bravi, conviene puntare su loro?
Io sono sempre a favore dei giovani. Con i ragazzi che abbiamo nella nostra zona possiamo fare grandi cose, dobbiamo puntarci di più, non solo perché lo impone la regola dei fuoriquota. In Eccellenza, farei una squadra con quasi tutti ragazzi, con una media di età bassa, massimo di 23 anni, i fuoriquota li userei in Serie A, è lì che devono giocare di più i giovani.
A tal proposito ha in mente una squadra prevalentemente di giovani sansalvesi per il futuro.
Il materiale c’è: Raspa, Pantalone, Di Santo, Piermattei, Lupo, Izzi, Di Laudo, Costantini, Maia, uno che è tra i più forti di San Salvo, la maggior parte ha già una buona esperienza in Eccellenza, a loro si possono aggiungere 4/5 giocatori esperti come Marinelli, Antenucci, Torres, tutta gente di San Salvo, legata a questi colori che permetterebbe anche di risparmiare su vitti e alloggi visto che vivono qui. Oltre a questi andrebbero ingaggiati 2-3 elementi esperti provenienti da fuori e sicuramente in Eccellenza il San Salvo non avrebbe problemi a fare un buon campionato. Con un allenatore locale, che non devo essere io, non mi sto proponendo, che conosce certe dinamiche. Se non facciamo così questi ragazzi rischiamo di perderli.
Un progetto simile a quello dell’Acqua&Sapone.
Invidio molto Giuseppe Naccarella che ha potuto portare avanti con l’Acqua&Sapone un progetto del genere. E’ un ragazzo d’oro e un tecnico bravissimo, ha trovato un ambiente dove può davvero valorizzare i giovani. Ha dei ragazzi che da tre anni giocano insieme, è la juniores che due anni fa ha giocato contro di me salendo poi in Eccellenza. Un qualcosa di simile si potrebbe fare anche a San Salvo, soprattutto in un periodo in cui i soldi sono pochi, così si risparmia, valorizzi quello che hai e se è proprio necessario lo rivendi guadagnando.
Dove sarà il suo futuro?
Non so, dipende dalla società, quest’anno mi sono trovato benissimo anche come vice di Gallicchio in prima squadra, abbiamo un ottimo rapporto, siamo andati sempre d’accordo, mi ha chiesto spesso pareri, è un tecnico bravo e preparato. Per il futuro aspetto, vediamo cosa succede in società.