Archiviata una stagione deludente, condizionata da numerose difficoltà, in campo e fuori, le sorti della Vastese sono ancora sconosciute, del campionato appena concluso traccia un bilancio personale e di squadra il direttore sportivo Alfonso Calvitti, da due stagioni in biancorosso, che non esclude alcuna ipotesi per il futuro.
E’ un quinto posto in Eccellenza tutto sommato positivo, se non ti chiami Vastese.
E’ stato un campionato travagliato, passato tra mille difficoltà, la piazza è esigente, ma la società non si è rinforzata, non è entrato nessun nuovo socio, a parlare sono bravi tutti.
Quale è stato l’errore maggiore?
Non c’è stata molta comunicazione e chiarezza nei confronti della città e dei tifosi, questa squadra ha risentito dal primo giorno la titubanza di non essere una corazzata che poteva ammazzare il campionato. Anche quando c’erano più big all’inizio, non c’è stata mai tranquillità. Sarebbe stato meglio comunicare che senza l’aiuto di tutti non si è in grado di lottare per il primo posto. Troppo amore per i colori ha impedito di dire che questa società poteva arrivare fino ad un certo punto.
Inoltre avete avuto problemi anche fuori dal campo.
Spero di non fare mai più trasferte disorganizzate come quest’anno, a Pineto ero da solo, ma siamo pochi nello staff, serve gente appassionata che dia una mano. L’utilizzo dell’Aragona ci è consentito solo in gare ufficiali, abbiamo avuto problemi con i campi di allenamento, anche per la juniores, ma quello degli impianti è un problema noto, Vasto è ferma agli anni 70, è anche normale che più di un ragazzo preferisca andare a giocare a Cupello perché c’è il sintetico.
Il rammarico?
Non aver fatto tutto il possibile per trattenere Casim, giocatore eccezionale che non c’entra niente con l’Eccellenza, chi lo ha visto giocare e allenarsi può confermare. Con lui il nostro campionato sarebbe stato migliore, non dico che l’avremmo vinto, ma avremmo fatto sicuramente meglio.
A campionato concluso puoi svelare i nomi dei giocatori trattati e non arrivati per i tagli al budget?
Giuliano, Marotta, Francia, Censori, Di Camillo, Angelozzi, Masciovecchio, Cialini.
Ci sono state però anche delle note positive.
Sono arrivati ragazzi che rappresentano una buona base per il futuro, ovviamente bisogna mettergli vicino gente di esperienza, ma D’Antonio, D’Adamo, Piccinini, Di Croce, Forte, Balzano, Berardi, Rossodivita, parlo dei più giovani, non sono da buttare, si può ripartire da loro. Anche Miccoli è un buon giocatore, non è vero che abbiamo preso tutti flop. A proposito di giovani andrebbe fatto un raduno per poi tesserarli non solo per vederli giocare. Servono degli appartamenti per farli vivere qui e mandarli a scuola, altrimenti l’ostacolo non lo superiamo più.
E con i big come comportarsi?
Anche loro vogliono delle garanzie economiche, bisogna dargliele, soprattutto alle prime scelte, se si vuole fare calcio e puntare in alto, si fa così, altrimenti lasciamo perdere.
La juniores è andata bene al primo anno in un campionato impegnativo.
Voglio fare un plauso a mister Michele Stivaletta e al presidente Mario Bolognese che si sono barcamenati tra tantissime difficoltà logistiche e organizzative, con mezzi limitati, raggiungendo un importantissimo quarto posto, hanno fatto un grande campionato. La loro passione è un esempio. Non è mai facile fare tutto e farlo di fretta, la gente non si rende minimamente conto di tutto ciò che c’è dietro, dei sacrifici e del lavoro, si parla solamente, ma nessuno si mette avanti. Chi è più bravo lo faccia.
Quale sarà il futuro della Vastese?
Non lo so, vedremo cosa succede in città, a me è stato assegnato un compito e l’ho portato avanti, facendo all’inizio anche da traghettatore, ma non devo essere per forza io il direttore sportivo, sono pronto a farmi da parte immediatamente, ben venga un ds titolato, non mi interessa la visibilità. Non mi conviene stare in prima linea, ci rimetto solo, a parte le critiche, in tempo, sottratto al lavoro e alla famiglia, e denaro, perché non sono stipendiato, faccio tutto per passione perché me lo hanno chiesto e ho provato a fare del mio meglio con il budget che mi è stato messo a disposizione.
Quindi il prossimo anno potresti non essere tu il direttore sportivo?
Amo questi colori e se mi dicessero di rimanere lo farei ancora, altrimenti mi metterei a disposizione anche per altri ruoli. Per poter fare bene però devo lavorare in armonia per le scelte tecniche con gli altri componenti dello staff di campo e in totale autonomia. Se resto non voglio solo problemi, ma anche un certo modo di agire, voglio sbagliare da solo, prendendomi tutte le responsabilità e le critiche delle scelte che eventualmente farò unicamente io.
Come ripartire?
Innanzitutto chi può deve dare, la città non può restare ferma a non fare nulla mentre il calcio muore. I programmi devono essere chiari, non voglio essere il direttore sportivo di un’incognita che non ho allestito da solo per poi prendermi tante offese ingiuste alle quali non ho mai risposto, non ho mai parlato o rilasciato interviste, ho sempre fatto quadrato attorno alla squadra perché volevo il bene della Vastese. Ci vuole uno staff importante dove ognuno ha il proprio ruolo prestabilito e lavora in armonia con gli altri occupandosi solo delle questioni di propria competenza, senza entrare in conflitto con gli altri. O ti fidi o lasci perdere.
Quindi non è solo una questione di soldi?
E’ anche una questione organizzativa, non abbiamo un dirigente accompagnatore, così non si arriva a traguardi ambiziosi, per adesso la nostra è una società di amici con una forza limitata. Dentro Vasto si deve collaborare, è ora di farla finita con le guerre inutili e contribuire al rilancio del calcio.
Ti stai già muovendo per il prossimo campionato nell’eventualità che fossi confermato?
Sto continuando a seguire partite e giocatori, in D e in altri campionati, per tenermi informato e aggiornato, ma è solo una questione personale, devo ancora parlare con la società e conoscere i loro programmi e le loro intenzioni.