E’ stata senza dubbio la sorpresa inaspettata del campionato juniores d’elite la Virtus Cupello di mister Nicola Di Martino arrivata al secondo posto dietro il Vasto Marina con 49 punti, frutto di 14 vittorie, 7 pareggi e 5 sconfitte, 52 gol fatti e 32 subiti, seconda migliore difesa del torneo. Ne abbiamo parlato con l’allenatore e il dirigente Gennaro Migliaccio, due che hanno seguito i ragazzi da vicino e meglio di chiunque altro possono raccontare come è andata questa stagione.
“Per noi parlano i numeri – spiega il mister, da due anni alla Virtus, con un passato nella Pro Vasto e nei settori giovanili cittadini – 3 sconfitte le abbiamo subite nelle prime 7 giornate poi abbiamo fatto anche una lunga serie di risultati utili consecutivi”.
Avreste pronosticato ad inizio stagione un secondo posto? “No, non abbiamo quasi mai utilizzato i ragazzi della prima squadra. Siamo partiti con un organico ridotto, la maggior parte dei nostri giocatori non li conosceva nessuno, hanno un’età molto bassa e un’esperienza calcistica minima, nei campionati provinciali, a parte Fizzani e qualche altro. Ci abbiamo creduto, li abbiamo fatti lavorare e sono contentissimo perché hanno partecipato in modo attivo alla conquista di questo secondo posto che non era facile da ottenere. Le altre squadre del vastese sulla carta ci erano tutte superiori”.
L’estate per voi è stata difficile. “Difficilissima, con 4 squadre in zona e noi ci chiamiamo Cupello. Vastese e Vasto Marina si sono riunite con le società giovanili e hanno scelto un numero di giocatori a testa, da noi non esiste questa possibilità, il lavoro è stato più difficile. All’inizio abbiamo dovuto schierare in campo ragazzi che di tattica non sapevano nulla, che negli ultimi 2-3 anni non erano tesserati. Altri li abbiamo presi in prestito dallo Scerni, società molto disponibile che ringraziamo. Sarebbe impossibile fare un campionato del genere pagando premi di preparazione che non possiamo permetterci”.
Il tecnico ci tiene a complimentarsi con il Vasto Marina per la vittoria: “Come organico è tra i migliori della zona e gli faccio i complimenti. Noi invece non avevamo giocatori di prima squadra a darci una mano il lunedì, gli unici sono stati Fizzani, due volte Musto, Ottaviano per 3-4 partite, Pantalone e Di Santo per qualche gara. Abbiamo dovuto puntare su tre ‘97 come Ottaviano, Tascione e Capitoli. Abbiamo fatto un lavoro enorme in questo secondo anno dopo il sesto posto dello scorso torneo, in un campionato difficilissimo ci siamo dovuti arrangiare”.
“Senza dimenticare – prosegue il mister – che a dicembre Luciano, Marinelli e Forte sono andati via e non dimentichiamo nemmeno che siamo il Cupello, il nostro nome non ha grande appeal sui giocatori, dobbiamo farli innamorare noi di questo ambiente e il campo in sintetico senza dubbio ci aiuta, è il nostro unico vantaggio, ma fuori casa anche noi abbiamo giocato contati, su campi al limite della praticabilità ai quali non eravamo certo abituati. I problemi che hanno gli altri li abbiamo avuti anche noi, anzi, in società piccole come la nostra i problemi sono tantissimi. Ragazzi che questa estate erano venuti a provare con noi hanno preferito restare a Vasto ed è ovvio, la Vastese richiama più gente, ha sempre il suo fascino”.
“La motivazione più grande – prosegue il tecnico – è stata far capire a chi è rimasto che era arrivato il momento di dare ancora di più, si sono sentiti partecipi e protagonisti. Ho puntato molto sulla loro autostima, non vincevano le partite perché veniva a giocare Fizzani dalla prima squadra, ma perché sono un gruppo. All’inizio è stata molto dura, ma vedere le prime 4 del Vastese in testa fa onore a tutti, si sono comportate tutte benissimo”.
Nonostante tutto non avete mai mollato, continuando a giocarvela contro tutti fino alla fine. “La nostra squadra – spiega il dirigente Gennaro Migliaccio – è sempre stata quella, i ragazzi erano sempre motivati a voler fare bene. Abbiamo cercato di tenerli sulla corda, di spronarli, di stimolarli, di stargli dietro. Abbiamo continuato a fare ciò che facevamo all’inizio, non è cambiato nulla”.
Quale è stato il momento più bello? “Arrivare secondi e valorizzare uno come Fizzani, una grandissima soddisfazione, i ragazzi ci hanno sempre seguito, non abbiamo mai avuto problemi, è un grande gruppo anche grazie a Pierino Macchia, Alfonso De Filippis, Alessandro Pasquale e il presidente Franco Peschetola. Voglio ringraziare i custodi del campo che non ci hanno fatto mai mancare nulla. Ovviamente si poteva fare meglio, ma con i punti fatti avremmo vinto il girone A. I ragazzi sono stati bravissimi. Non è semplice stare dietro a tutti e farli stare insieme, ci sono tante difficoltà che solo chi è in una squadra può conoscere”.
Il mister vorrebbe che fosse rivista la formula del campionato. “Andrebbe cambiata è completamente errata, toglie interesse. Non è indicata per tenere alta l’attenzione dei ragazzi, alcuni mollano,non c’è più agonismo. Inoltre visto che si dice sempre che bisogna puntare sui giovani invito la federazione a mandare i propri delegati sui vari campi a seguire questo campionato per vedere che gente c’è in giro. E’ un porto turistico, tutti si dilettano a fare tutto, non è il modo migliore per far crescere i ragazzi che hanno bisogno di tanta attenzione, ma da parte di gente competente, non improvvisata, da chi si dedica da anni al settore giovanile. Questo è il lavoro più bello che si sia, ma bisogna poi anche ricordarsi di quello che è stato fatto e non sempre accade”.
Il movimento giovanile calcistico del Vastese sembra essere in salute. “I ragazzi recepiscono, imparano, si possono far crescere dando loro della basi, soprattutto morali, l’educazione è al primo posto. Si può fare calcio puntando sui giovani bravi, ci sono, si devono far giocare con la prima squadra, si deve però rivedere il premio di valorizzazione la regola che è eccessiva. Le società spendono soldi e poi hanno problemi finanziari e se puntiamo su quelli di fuori i nostri si scoraggiano e vanno via. Dobbiamo farli crescere, le società risparmiano e possiamo avere giocatori pronti per le prime squadre”.
“Anche le società giovanili – aggiunge Migliaccio – che cedono questi ragazzi dovrebbero essere più flessibili, chiedere all’inizio una cifra prevista dal regolamento è sbagliato, il ragazzo resta fermo così e non va mai avanti. Quando eravamo alla Pro Vasto appena sentivano il nome del club subito chiedevano soldi. Anche ora in Eccellenza, subito chiedono il premio. Così si mettono i bastoni tra le ruote ad un ragazzo che vuole giocare in quella squadra ma non può perché la società non può pagare il suo prezzo. Speriamo di poter cambiare questo aspetto altrimenti l’anno prossimo sarà ancora più difficile”.
Due parole sui singoli? “Fizzani ha fatto benissimo, Nanni è cresciuto molto, come Pelliccia e i due Marchioli, Del Borrello che ha confermato tutte le sue qualità, è uno che può fare tanto, in campo ci mette l’anima. Anche i due portieri Tascione e Capitoli. Quasi tutti, come Miscione, Gubiani, Benedetti anche se non giocavano tanto sono sempre venuti, pure se andavano in tribuna all’inizio. Spesso capita che quando si finisce in tribuna per un paio di volte non si vada più ad allenarsi. Loro anche in trasferta c’erano, sono stati encomiabili. Questo è un grande gruppo. I complimenti vanno divisi anche con le squadre dove questi ragazzi sono cresciuti, è soprattutto grazie a loro se sono qui e nelle rappresentative, il lavoro è stato fatto all’inizio”.
Dove sarete il prossimo anno? “Speriamo che la prima squadra si salvi, poi che i ragazzi restino. Noi vogliamo rimanere, basta che ci sia un progetto serio. Inventare ogni anno non riesce sempre, non c’è due senza tre, ci siamo sempre migliorati. Potremmo puntare a vincere il campionato, dipende da tante circostanze”.