La quiete dopo la tempesta esclude ulteriori tornado. Almeno per ora. Luciano Lapenna e la sua nuova, vecchia Giunta, interamente confermata, usciranno indenni dal Triangolo delle Bermude: superate le bordate dell’area critica (Del Casale-Amato-Bucciarelli), aggirato lo scoglio del rottamatore (Domenico Molino, anche lui convinto che il sindaco dovesse cambiare gli assessori), Lapenna e i suoi approderanno indenni al bilancio consuntivo.
In Consiglio comunale nessuno dei dissidenti voterà contro, perché farlo aprirebbe una nuova crisi, stavolta irreversibile. Non approvare l’indispensabile documento contabile provocherebbe la caduta dell’amministrazione e le elezioni comunali anticipate, il cui esito potrebbe rivelarsi disastroso per un centrosinistra proveniente da un triennio tempestoso.
Per questo, negli ambienti della maggioranza, appare scontato il voto favorevole in aula. Nessuno si assumerà la responsabilità di mandare tutti a casa.
La spaccatura – Del Casale e i suoi sperano di riaprire nei prossimi mesi il discorso riguardante gli assessorati. Il segretario, però, ha perso una parte del quasi unanime consenso che gli aveva garantito la rielezione appena sei mesi fa: al congresso, Del Casale aveva incassato anche il sostegno dei tre assessori Pd, Vincenzo Sputore, Lina Marchesani e Nicola Tiberio. Gli stessi che il segretario e l’area critica volevano sostituire. Segretario che ormai da tempo non può più contare sull’appoggio del suo vice: in rotta di collisione con le scelte di Del Casale, Nicola Della Gatta non garantisce più la necessaria mediazione con quella parte del Pd (sindaco compreso) che non digerisce l’egemonia dell’area critica sulle scelte riguardanti l’intero partito, sempre più spaccato.
Il partito dentro il partito – Nel Pd appare chiaro che, da questa crisi, è nato un partito nel partito. E’ il partito del sindaco. Avendo rimesso in sella gli stessi assessori che aveva revocato il 29 marzo, ora Lapenna ha conquistato il loro sostegno. E non solo dei tre del Partito democratico: a Sputore, Marchesani e Tiberio, infatti, si aggiunge anche Mario Olivieri. Con lui in passato il sindaco aveva avuto forti contrasti. Ora lo ha confermato, contro le richieste di Giustizia sociale, la lista civica in cui Olivieri era stato eletto.
Nel momento peggiore, quando sembrava accerchiato, Lapenna è riuscito a respingere gli attacchi e, addirittura, a rafforzarsi politicamente: dalla sua parte non solo l’ala sinistra (Sel e Rifondazione comunista), ma anche una fetta del Pd e di Giustizia sociale. Una pattuglia che ora gli può consentire di non piegarsi alle richieste di fare piazza pulita degli attuali assessori. E un Cavallo di Troia con cui tentare di riprendere il comando del Partito democratico all’interno del quale, dopo le elezioni regionali, si preannuncia ancora battaglia.