Un occhio sempre fisso sulle previsioni meteo, l’altro impegnato nel seguire i preparativi. C’è da giurarci che sarà così nei prossimi giorni per i “fantastici cinque” promotori di quella che è stata ribattezzata la “festa dei vastesi”, o la “festa della vastesità”. Appuntamento per il primo maggio alla Villa Comunale., alle 17.01, come ha scritto un anonimo su un volantino affisso su una cabina telefonica. La mattinata uggiosa non scurisce gli animi di questo gruppo che si è formato solo da poco ma che mostra già grande feeling. Dalla rete alla realtà, pronti per un primo maggio certamente diverso dal solito e che può rappresentare una pietra miliare nel modo di fare le cose in città. Patrizia Ciccotosto, ormai conosciutissima sul web visto che è stata lei a fondare, qualche mese fa a creare il gruppo su facebook “Sei di Vasto se…”., addirittura su consiglio di una cugina di Bolzano. Neanche lei immaginava potesse risvegliare gli animi di tante persone, di tutte le età, che quotidianamente condividono ricordi, pensieri, immagini dedicate alla vastesità. Un gruppo che è cresciuto col passare dei giorni, fino a quando qualcuno ha scritto: “Perchè non facciamo una festa?”. C’è voluto poco perchè la macchina si mettesse in moto. Direttore artistico dell’evento non poteva essere nessun altro se non Nicola Cedro. È lui il menestrello dei giorni nostri, l’artista che sapientemente passa da un super assolo di chitarra (tanto per ricordare a chi non lo sapesse che alla chitarra lui da del tu) alle celebri Maria Nicola o La Scaffette. “Una cosa è importantissima. Questa festa parte dalla rete, strumento oggi preziosissimo, ma che non può essere l’obiettivo da raggiungere nelle cose. Piuttosto è il mezzo da utilizzare. Così siamo usciti dai nostri pc, ci siamo incontrati ed eccoci qua”.
Di questo gruppo che si è creato si conoscevano solo Patrizia e Marco Rapino. È lui, che pezzo dopo pezzo, ha tirato fuori grafica, adesivi, magliette, volantini, persino delle barchette (che galleggiano davvero). “Sono di Vasto perchè… ci vivo da 50 anni e mi piace tantissimo. Ma sarebbe assurdo pensare che il mondo finisce qui. Mi sento cittadino del mondo che però sta molto bene a Vasto”. Concetto chiarissimo e che è il reale filo conduttore tra le generazioni che si sono incontrate e che quotidianamente attraversano le vite dei cittadini “vastesi”, che magari sono in giro per il mondo. Un tempo c’erano i campanilismi, con le forti rivalità tra le varie città. Oggi bisogna andare oltre, conservare le radici e poi averle come prezioso bagaglio da portare con sè nei viaggi della vita che magari portano molto lontano. O radici da far conoscere a chi non è nato qui ma che poi finisce per viverci. È così per Andrea Di Giambattista, nato a Roma da genitori abruzzesi, passato per la Liguria ma da 37-38 anni a Vasto. “Io mi sento vastese a tutti gli effetti, ne ho conosciuto e continuo a conoscerne il bello e il brutto”. L’occasione del primo maggio, senza voler lanciarsi in proclami e annunci, sarà comunque un’occasione storica. Uno dei “mali” diffuso tra i cittadini è sempre quello di attendere che siano le istituzioni (comunali o altre) ad organizzare eventi e quant’altro. Per la festa Sei di Vasto se… è accaduto qualcosa che dovrebbe diventare una bellissima abitudine. Dei cittadini si sono trovati e hanno messo su tutta l’organizzazione. Andrea Iannone, giovane musicista, è sempre uno spirito critico (nel senso costruttivo del termine) nei dibattiti su musica, eventi & co. “Deve essere così. Se il Comune non ha le risorse è giusto che i cittadini si impegnino per rendere viva la città. Purchè dall’istituzione ci sia supporto e non ostacolo. In questo caso ci hanno dato ampia possibilità e siamo contenti così”. Loro cinque si sono conosciuti in rete, rappresentano diverse generazioni e “tipologie” di vastesi, che guardano al passato come qualcosa da cui poter partire. “I discorsi che iniziano con ai miei tempi… lasciano un po’ il tempo che trovano. Il mondo cambia e cambia anche Vasto. Oggi è come l’abbiamo, con i suoi tanti problemi, certo, ma con tante potenzialità”.
Il gruppo ha acceso quella scintilla per poter dire “cosa posso fare io per la mia città?”. E il primo maggio saranno i talenti artistici-musicali-culturali a salire sul palco della Villa Comunale, con molta semplicità. “Siamo chiari, non aspettatevi il mega evento con effetti speciali”, spiega Nicola Cedro. “Piuttosto sarà come un grande Pasquone dei vastesi, cioè di tutti noi”. Scaletta top secret, anche se sbirciando sui portatili sembrano esserci cose davvero interessanti. C’è il momento anche per un “Sei di Vasto perchè…”. Patrizia fa subito. “Perchè mi chiamo Ciccotosto”. Nicola Cedro spiega “per tanti motivi sarei potuto andare fuori, ma io sono vastarolo, mi mancava troppo il mare, mi piace troppo il mare”. Ribadisce anche Patrizia, nata in Canada, ma tornata a Vasto a 3 anni. “Negli anni scorsi avevo esplorato la possibilità di tornare lì. Ma non ce la faccio. I miei parenti, i miei nonni sono lì. Ma c’è la vastesità di mio padre che mi ha fatto amare questo posto”. Le cose da fare nei prossimi giorni saranno tanti. “Noi ce la stiamo mettendo tutta, sperando di riuscire a fare qualcosa di bello. Invitiamo davvero tutti a partecipare, la festa sarà bella se sarà la nostra. E poi sarà anche un banco di prova per organizzare eventi futuri, magari in estate per coinvolgere i ragazzi che studiano fuori, quelli che vivono e lavorano all’estero”. Con un qualcosa che unisce chi qui ci è nato e chi ci è arrivato, chi ci vive e chi è lontano e torna poche volte all’anno, o magari non torna mai perchè c’è un oceano di mezzo. Una sorta di “porto”, da cui partire, tornare, attraccare, restare per poco tempo o per tutta la vita. “Una cosa positiva, che è emersa dal gruppo – spiega Andrea – è il veder apprezzate tante piccole cose che magari si danno per scontate”. Facebook come luogo di incontro e di organizzazione, i luoghi di aggregazione, come la Villa Comunale, come passaggio successivo e fondamentale per poter andare avanti. “E magari questa festa può diventare un primo passo per superare le divisioni con il circondario e far diventare Vasto come attrazione del territorio”. Perchè, come ricorda Marco, “Sei di Vasto se sei anche del mondo“.
Testo di Giuseppe Ritucci
Foto di Costanzo D’Angelo