A Chieti un nuovo, grande ospedale vicino a quello esistente. E a Vasto nulla. Sfuma il progetto di realizzare la nuova struttura sanitaria in località Pozzitello, al confine con San Salvo. Se ne parla dal 1999, anno dell’acquisto dei terreni.
Giuseppe Forte, presidente del Consiglio comunale di Vasto, punta il dito contro il governo regionale e l’azienda sanitaria provinciale: “Il sito PrimaDaNoi.it, con un articolo a firma di Sebastiano Calella, ha svelato un piano segreto della Asl Lanciano-Vasto-Chieti. Ovvero lacostruzione di un nuovo ospedale a Chieti, a fianco di quello esistente. Una struttura megagalattica, dai costi proibitivi, pensata e progettata per essere riconsegnata con la formula chiavi in mano”, scrive Forte in un comunicato stampa.
“Una nuova beffa per la popolazione di Vasto e del suo comprensorio. Una nuova colossale presa in giro messa in atto da Francesco Zavattaro e dai responsabili regionali del comparto della sanità. Come i cittadini sanno dalle nostre parti si attende da anni la costruzione del nuovo ospedale che dispone già di un’area acquistata dalla Asl ed inserita nel Piano Regolatore Generale della città. L’area prescelta è quella di località Pozzitello, ai confini quasi con la vicina San Salvo. Una scelta fatta dall’amministrazione comunale di Vasto, guidata da Luciano Lapenna, addirittura il 29 dicembre del 2006.
Sono trascorsi oltre 7 anni ma di quell’ospedale si è perso tutto: dal progetto ai fondi già disponibili nel Piano Sanitario Regionale. Fondi che nessuno sa dire dove sono finiti. Forse verso Chieti per costruire in quella città il nuovo ospedale? Zavattaro, i suoi amici e gli assessori di centrodestra che si sono succeduti alla guida del comparto della Sanità in ambito Regionale avevano sempre parlato dell’urgenza di realizzare ben 4 ospedali in Abruzzo: a Vasto, a Lanciano, a Giulianova e a Sulmona. Ma, a sentirli parlare, i fondi non c’erano. Ora, però, all’improvviso esce fuori questo progetto per Chieti che lascia interdetti. Pare di capire – polemizza Forte – che le baronie hanno avuto ancora la meglio sulle esigenze delle nostre popolazioni”.