“Sulla fattura da 25 mila euro che il Comune paga da anni a Bellafronte per il noleggio di impiantistica al Teatro che dirige (come se il sindaco affittasse computer al municipio che lo stipendia), sui doppi incarichi, sui doppi compensi, sui doppi contributi previdenziali, sulle autorizzazioni che il Conservatorio di Campobasso, dov’è insegnante di solfeggio, non sembra aver concesso, sto per consegnare un esposto alla Procura della Repubblica”. Lo afferma Davide D’Alessandro, consigliere comunale d’opposizione, in un comunicato stampa nel quale annuncia di voler adire alle vie legali in merito alla vicenda dei bilanci delle istituzioni culturali del Comune di Vasto.
“Sono contento che Meloni, Polidori e Prosseda abbiano voluto ricambiare eseguendo alla Scala, purtroppo alle 15 e solo per giovani e over 65 (neppure il sindaco aveva l’età), la musica di Raffaele Bellafronte, che li aveva ospitati il 19 gennaio scorso al Rossetti, alla modica cifra di 2.500 euro, pagati da tutti i cittadini vastesi, per un concerto eseguito senza copertura finanziaria per colpa di un’amministrazione pasticciona e inadeguata”: così D’Alessandro commenta la notizia, diffusa dallo stesso Lapenna tramite un comunicato stampa del suo staff, riguardante l’esecuzione alla Scala di Milano della musica del compositore vastese Raffaele Bellafronte, direttore artistico del Teatro Rossetti.
E riguardo alle accuse di aver alimentato “macchina del fango, gelosie e invidie, D’Alessandro risponde: “Lapenna lasci stare l’invidia e si tenga, possibilmente in silenzio, i tanti guai che ha”. “Le risposte del sindaco, che peraltro non è avvocato, non sono state affatto convincenti, anche perché ha scaricato sul dirigente D’Annunzio. Lui pianifica, non gestisce. A questo punto è meglio che si pronunci un magistrato. Senza invidia”.