Fu un attacco ischemico transitorio a provocare un malore del conducente e, di conseguenza, il drammatico incidente stradale.
Per questo, il fatto non costituisce reato e il notaio vastese Camillo Litterio non è colpevole. Con queste motivazioni, la Corte d’appello dell’Aquila ha assolto oggi il professionista originario di Castiglione Messer Marino, ma da una vita residente a Vasto, dall’accusa di omicidio colposo per aver causato l’incidente in cui, il primo maggio 2004, morì un automobilista di 63 anni, S.C., e le quattro persone che viaggiavano con lui rimasero ferite.
I fatti – Il tragico episodio accadde lungo la statale 16, in contrada San Tommaso, nella zona meridionale di Vasto Marina. Litterio era al volante della sua Alfa quando, all’improvviso, perse il controllo dell’auto, che invase la corsia opposta e si schiantò contro la vettura che stava sopraggiungendo. A seguito del tremendo impatto, il 63enne che guidava quella macchina perse la vita, mentre i passeggeri, feriti, furono ricoverati all’ospedale San Pio da Pietrelcina di Vasto.
La sentenza di secondo grado – In primo grado, Litterio era stato condannato a un anno e quattro mesi di reclusione. Oggi, i giudici del capoluogo hanno ribaltato quella sentenza: “La Corte d’appello dell’Aquila – spiega l’avvocato difensore, Giovanni Cerella – ha accertato che l’incidente fu causato da un accadimento ischemico transitorio, in ragione del quale il mio assistito, al momento dell’incidente, era incapace d’intendere e di volere, ai sensi dell’articolo 88 del codice penale. Al momento del malore, il notaio si piegò verso sinistra, provocando lo sbandamento della sua vettura. Avevo rinunciato alla prescrizione e chiesto l’assoluzione per il mio cliente. I magistrati hanno statuito che il fatto non costituisce reato. Al momento della sentenza, Camillo Litterio è scoppiato in lacrime”.