Non c’è accordo nell’opposizione sulle dimissioni di massa invocate da Massimo Desiati, Andrea Bischia e Valerio Ruggieri per provocare lo scoglimento del Consiglio comunale di Vasto. Un obiettivo che Progetto per Vasto potrebbe raggiungere solo se accettassero di dimettersi non solo i 10 consiglieri di minoranza, ma anche 3 rappresentanti della maggioranza per raggiungere la quota 13. Nell’assemblea civica, infatti, i membri sono in totale 25: 25 consiglieri più il sindaco.
Ma già nell’opposizione nascono i primi distinguo: secondo Davide D’Alessandro, “le dimissioni sono vere ed efficaci soltanto quando si danno, non quando si annunciano, per giunta a condizione che, ‘irrevocabili se contestuali…’. I colleghi Bischia e Desiati, infatti, dichiarano di essere pronti alle ‘dimissioni irrevocabili se contestuali a quelle di un numero di consiglieri adeguato per il raggiungimento dell’obiettivo dello scioglimento del Consiglio comunale’. Sì, si può anche fare. Tutto si può fare. Le mie sono a disposizione dal primo giorno. Però, vorrei ricordare che durante il Consiglio comunale del 17 marzo scorso, dedicato interamente alla cultura, c’è stata una mozione (sull’eliminazione dei doppi incarichi e sulla drastica riduzione dei compensi a direttori e coordinatori delle istituzioni culturali) presentata dalla minoranza e respinta per 9 voti a 6. Se gli altri quattro della minoranza non fossero andati via e avessero votato a favore, la mozione sarebbe passata e il sindaco avrebbe registrato, dopo tre anni, la prima sconfitta di rilievo in aula”.
Per D’Alessandro, “Bischia e Desiati possono anche mettere insieme, se si impegnano un po’, dieci dimissioni, mentre per lo scioglimento ne occorrono la metà più uno, che non otterremo mai. Quindi, è inutile. Però fa notizia. Ai tempi di facebook e di twitter tutto fa notizia, ma non fa politica. E Vasto ha bisogno di politica, non di dimissioni irrevocabili se contestuali”.