Sono ore di fibrillazione. Come andrà a finire questo ennesimo fine settimana di veleni per il centrosinistra di Vasto è ancora presto per dirlo. E non sono esclusi sviluppi clamorosi, nemmeno un azzeramento di Giunta.
E’ quello che deve decidere in queste ore il sindaco, Luciano Lapenna, impegnato stamani nel convegno cui ha partecipato il sottosegretario all’Economia, Giovanni Legnini.
A far andare su tutte le furie il primo cittadino sarebbero state le parole di Angelo Bucciarelli, membro della segreteria del Partito democratico di Vasto che, dopo le dichiarazioni dei giorni scorsi, quando aveva parlato di “città ingessata”, ieri è tornato a rincarare la dose. Lo ha fatto nel convegno organizzato dall’associazione Vastoviva al cinema Corso con la partecipazione del sindaco di Forlì, Roberto Balzani. Lo stesso Bucciarelli e la deputata Maria Amato hanno preceduto con i loro discorsi introduttivi l’intervento del relatore e il successivo dibattito col pubblico, circa 150 persone.
Bucciarelli ha detto “cos’è Vastoviva: uno spazio dove fare politica, discutere, criticare e anche fare arrabbiare qualcuno per le cose che diciamo, ma che diciamo per l’amore che ci lega alla città. L’immobilismo burocratico crea il disordine e l’incuria, il malessere e l’abbandono; la burocrazia è nemica del cittadino; il nostro territorio è fuori dai centri decisionali per l’incapacità di fare squadra e di rappresentare il Vastese, ormai ai margini nell’azione amministrativa della regione. Una buona pratica amministrativa, quella messa in atto dal sindaco di Forlì, da prendere ad esempio e contrapporre ad un atteggiamento lassista, che si evidenzia in tutta la sua criticità soprattutto nella percezione visiva dell’incuria e del disordine che fanno avvertire prima di altre il degrado economico e sociale di una città, di un territorio“.
Dichiarazioni che suonano come una pesante bocciatura nei confronti dell’amministrazione Lapenna. A esacerbare ulteriormente gli animi mai troppo calmi dei dirigenti del Pd vastese c’è il tam-tam partito da ieri sera: il convegno, sia pure incentrato sull’intervento di un relatore che ha dimostrato competenza e buon senso, viene visto da una fetta non irrilevante degli attivisti democratici come il primo passo per il lancio della candidatura di Maria Amato a sindaco di Vasto, dove la scadenza naturale del mandato di Lapenna sarà nella primavera 2016. Voci che è la stessa parlamentare a smentire, definendole “destituite di fondamento” e affermando che non ha alcuna intenzione di candidarsi alla carica di primo cittadino.
Ma la fine naturale del quinquennio potrebbe non corrispondere a quella effettiva dell’attuale amministrazione. Due le incognite immediate: le decisioni che il sindaco prenderà nelle prossime ore e la spaccatura evidente nel centrosinistra sulla vicenda urbanistica del Molino village che, dopo il rinvio della scorsa settimana, dovrà tornare in Consiglio comunale a breve. Se al dissenso di Rifondazione comunista e Sel dovesse aggiungersi anche qualche malpancista del Pd, l’amministrazione comunale verrebbe battuta in aula e, a quel punto, si aprirebbero scenari ora imprevedibili.
Ieri, intervenendo nel dibattito conclusivo del convegno, l’ambientalista Ivo Menna ha agitato il coltello nella piaga: “Non vedo il sindaco e, tranne Oliveri, non vedo assessori”. Assenze tutt’altro che casuali, quelle di Luciano Lapenna, Lina Marchesani, Nicola Tiberio, Vincenzo Sputore (tutti del Pd). Mancavano anche gli assessori degli altri partiti del centrosinistra: Anna Suriani (Sel), Luigi Masciulli (Psi) e Marco Marra. Pochi i consiglieri comunali presenti: Domenico Molino, Antonio Del Casale ed Elio Baccalà. Non c’era traccia neanche il vice segretario, Nicola Della Gatta, da tempo in rotta di collisione con le scelte operate dal resto della segreteria.
Ora il centrosinistra di Vasto rischia di spaccarsi irrimediabilmente. Dalle divisioni al cupio dissolvi il passo è più breve di quanto possa sembrare.