Luciano Lapenna ha azzerato la Giunta municipale di Vasto. Si apre ufficialmente la crisi amministrativa di cui già si vociferava da ieri, al termine del convegno con cui Vastoviva, associazione di area Pd, ha criticato pesantemente l’operato dell’amministrazione comunale.
Ma non è l’unica causa dello strappo deciso dal sindaco, che oggi ha firmato il decreto con cui revoca gli incarichi a tutti gli assessori. Decisive le divisioni interne al Pd, il partito di maggioranza relativa, e più in generale nel centrosinistra, che nel prossimo Consiglio comunale sarebbe andato incontro a una drammatica spaccatura sull’urbanistica. Di conseguenza, la maggioranza avrebbe rischiato di essere battuta in aula.
La nuova crisi amministrativa giunge ancora una volta a primavera, come lo scorso anno, quando le lunghe trattative avevano portato a un mini rimpasto: dopo una serie di consultazioni, Lapenna aveva sostituito il dimissionario Antonio Spadaccini con Luigi Masciulli e ridistribuito le deleghe tra gli assessori.
Ora si torna punto e a capo. Nel periodo cruciale in cui si dovrebbe programmare la stagione estiva.
Nella coalizione che governa Vasto dal giugno 2006 è giunto il momento del redde rationem, la resa dei conti.
Il documento – Nel decreto di revoca degli assessori, Lapenna scrive che “il sindaco ha preso atto che da parte delle forze politiche che governano la città si sono moltiplicate critiche verso di lui e la giunta e si sono poste in essere azioni che hanno frenato l’operato dell’amministrazione comunale“. Quindi, ritiene fondamentale “chiarire le incomprensioni che si sono determinate e verificare se è possibile ristabilire la piena coesione della maggioranza, tra le forze politiche all’interno della stessa e dei gruppi consiliari”. L’amministrazione “per poter operare ha bisogno della coesione di tutti i gruppi della maggioranza”.
“E’ una scelta del sindaco è va rispettata”, commenta Paola Cianci, consigliere comunale di Rifondazione comunista. “Ho appreso questa notizia dalla stampa e, leggendo le motivazioni contenute nel decreto emanato dal sindaco, si comprende che le ragioni vanno ricercate nelle critiche espresse da Vastoviva e, quindi, da una parte del Pd. Il sindaco non ha potuto far altro che prenderne atto”.
Opposizione all’attacco – Non appena si diffonde la notizia, le minoranze aprono il fuoco di fila: “Lapenna invece di azzerare se stesso, azzera la Giunta”, polemizza Davide D’Alessandro. “È più facile, ma per i cittadini vastesi è l’ennesima dimostrazione di una caduta libera, che non riesce a vedere la fine. La macchina, come ha dimostrato l’ultimo Consiglio comunale, è sfasciata, tra consiglieri che scappano, altri che hanno mal di pancia ormai cronici e alcuni che non si presentano. È la fine ingloriosa di una politica mai nata, senza una visione, senza un progetto, senza un risultato raggiunto per il bene della città. Le lotte intestine, tutte interne alla maggioranza, per la conquista del potere hanno saputo garantire in questi anni soltanto la parabola discendente di Vasto. Bisogna cambiare il verso di chi non ha cambiato Vasto. Il tempo è scaduto.
Massimo Desiati (Progetto per Vasto) chiede le “dimissioni irrevocabili del sindaco del sindaco, scioglimento del Consiglio comunale e, al più presto, nuove elezioni per andare oltre”.
In un comunicato stampa attacca Lapenna: “Dopo aver azzerato la città, il sindaco di Vasto azzera la sua Giunta comunale. Politicamente e di fatto, la decisione appare come una resa incondizionata, così a sancire un fallimento amministrativo che dura ormai da anni. D’altro canto, non comprendiamo il motivo per il quale il sindaco se la prende conla Giunta, che egli stesso ha nominato, a fronte delle aspre critiche che sono state mosse, dall’interno del suo stesso partito, direttamente a lui quale sindaco. Infatti, ciò che veniva chiesto non era un rimpasto ma un cambio di passo. Ritiene quindi il sindaco che l’evidente immobilismo sia tale per responsabilità dei suoi assessori, visto che, oggi, li rimuove?”.