Nuovo intervento di Gabriele Cerulli, presidente dell’Associaziona Vastese Home Made. “Frechene e strillene, si dice a Vasto. La famiglia Prospero pugnala alle spalle e poi piange sostenendo di essere continuamente attaccata dal sottoscritto! E quando? Dove? Semmai, perché? Dal primo giorno in cui chiesi di poter parlare col patron della Vastese Calcio ho sempre usato la massima educazione e trasparenza.
Al primo punto del primo incontro in casa Prospero ho offerto la poltrona di vice presidente a Francesco Prospero, ricevendo dal papà un secco no con la motivazione dell’ombra politica che avrebbe sicuramente inquinato la buona fede dell’iniziativa. Ho invitato il consigliere regionale alla conferenza stampa di presentazione della costituenda società desiderosa di rilevare la Vastese Calcio, in cui egli confermò le sue intenzioni ad avallare l’operazione.
E dopo due giorni cosa fecero? Un comunicato stampa in cui ci davano senza veli per soggetti “non credibili”. Cosa si aspettavano, baciamano e riverenza? Hanno avuto quel che si sono meritati, ma ai dirigenti ufficiali della società, a Tonino Prospero feci solo una domandina finale perché non è facile convincersi che la Juve emani un comunicato senza che gli Agnelli ne sappiano nulla. O sbaglio? Nel comunicato successivo mi sono rivolto direttamente ad alcune persone, una in particolare, e lo ha capito tutta Vasto.
Solo i Prospero non lo hanno capito o sono in malafede. Né li ho menzionati, né ho usato doppi sensi ad eccezione della frequentazione dei night che non mi risulta sia uno dei loro motivi di svago privilegiati. Con l’avvicinarsi del 31 marzo, data ultima da noi indicata per la soluzione della vicenda, ecco che Francesco Prospero trova uno spunto geniale: chiede tramite intermediario un incontro con Marco Capo, presidente dello Sporting Vasto ed eventuale dirigente della nuova società.
Tutto qua? Macchè, all’intermediario racconta di tutto e di più alla sua maniera ed in sostanza dice che vuole incontrare Capo per chiedergli una fusione nella quale devono cadere due teste. Poiché una sarebbe la mia, l’altra parte ne può scegliere una a piacere.
Non sapete dove trovare i soldi per portare regolarmente a termine la stagione. I giocatori non vedono un euro da novembre, avete promesso loro che a salvezza acquisita sarebbero stati saldati e non è successo. Avete rischiato che contro il River non scendessero in campo. Siete con l’acqua alla gola e volete dettare legge in casa d’altri come facevano gli indiani nelle guerre tra tribù diverse?
Per il bene della maglia e della causa, di fronte alla città, lascio liberi i miei amici di comportarsi come meglio credono imponendo loro una sola cosa: la mia testa non si tratta nemmeno con quella dell’intero direttivo dell’attuale Vastese Calcio. Non sarebbe equo…Io via, al limite, in cambio di nessuna altra testa”.