“Se non si vuole far contare le opinioni dei lavoratori allora si scelga pure di star fuori dalle regole, ma non si accusi le altre organizzazioni sindacali con farneticanti parole di cui forse non si conosce neanche il significato”. E’ una replica a muso duro, quella che i segretari provinciali di Filctem-Cgil, Femca-Cisl e Uiltec-Uil, Giuseppe Rucci, Franco Zerra e Arnaldo Schioppa affidano a un comunicato stampa congiunto. Una risposta alle polemiche sollevate ieri da Domenico Ranieri, segretario provinciale della Confederazione Cobas.
“Il Testo Unico – scrivono i tre sindacalisti – sottoscritto da Confindustria Cgil, Cisl e Uil il 10 gennaio 2014 ai lavoratori garantisce:
1) che i datori di lavoro non possono scegliersi più con chi sottoscrivere il contratto, ma devono farlo con organizzazioni sindacali che insieme hanno una rappresentatività superiore al 50%.
Rappresentatività che viene misurata annualmente per ciascuna organizzazioni sindacali (media tra dato degli iscritti e dato dei voti all’elezione Rsu)
2) che il contratto sottoscritto deve essere sottoposto, per poter entrare in vigore, alla consultazione certificata dei lavoratori: solo se il 50%+1 dei lavoratori esprime il proprio voto positivo al contratto allora lo stesso sarà valido.
3) che i contratti sottoscritti saranno applicati. (altrimenti ci saranno sanzioni per chi non li dovesse rispettare: azienda o organizzazione sindacale che sia. Naturalmente nessuna sanzione riguarderà i lavoratori o i delegati sindacali)
Il Testo Unico del 10 gennaio 2014 consegna al lavoratore il potere di far pesare, in maniera determinante la propria opinione: quando si iscrive o si cancella da un sindacato, quando vota per la RSU scegliendo la sigla sindacale di cui fidarsi e quando vota per l’approvazione del contratto che lo riguarda.
Il Lavoro e la democrazia sono i valori fondanti del nostro Paese. Con il Testo unico del 10 gennaio 2014 la democrazia entra con tutta la sua forza nei luoghi di lavoro.
A tutte le organizzazioni sindacali, compreso quelle che lo criticano, non resta che aderire al Testo Unico, sottoponendosi così alla misurazione di quanto si rappresenta ed essere in grado poi di far valere (con la forza che si ha) le proprie opinioni quando si tratta di conquistare e difendere, nei negoziati, i diritti e le tutele dei lavoratori. Se poi non si vuole far contare le opinioni dei lavoratori allora si scelga pure di star fuori dalle regole, ma non si accusi le altre organizzazioni sindacali con farneticanti parole di cui forse non si conosce neanche il significato”.