A distanza di oltre tre anni, l’esame delle impronte digitali consente alla polizia di Vasto di identificare e denunciare l’autore di un furto in appartamento. “Grazie all’evoluzione tecnologica di questi ultimi anni – spiega il vice questore Cesare Ciammaichella – è stato possibile ottimizzare le linee dell’impronta ripulendo l’immagine con una nuova tecnologia laser relativa anche alle impronte palmari, oltre che digitali, che va ad aggiungersi alla banca dati del sistema informatico Afis e permette agli operatori del sistema una ricerca automatica sicuramente più completa che in passato.
Questo nuovo sistema informatico ha, quindi, riesaminato, analizzato e definito le caratteristiche delle impronte relative all’autore del furto in questione che, nel frattempo, era stato fotosegnalato in altri uffici di polizia e successivamente arrestato per reati contro il patrimonio.
L’esame minuzioso dei particolari e la successiva comparazione ha permesso di dare un’identità all’autore, infatti, i frammenti delle impronte papillari trovano oggi corrispondenza in D.L. di 38 anni, con numerosi episodi già contestati a suo carico e spesso coinvolto in situazioni dello stesso tipo”, racconta il dirigente del Commissariato di Vasto.
Il furto – L’episodio risale al novembre 2010, quando di notte un uomo si era arrampicato fino al balcone di un’abitazione di via Magnacervo, sollevando la saracinesca e forzando la porta-finestra.
“Era riuscito ad asportare un ingente quantitativo di merce e molti oggetti e gioielli in oro.
Alla vittima, che scopre il furto parecchie ore dopo, non rimaneva che rivolgersi alla Polizia.
Il Personale della Polizia Scientifica durante il sopralluogo riusciva a rilevare ed asportare alcune impronte papillari palmari”, ricostruisce i fatti Ciammaichella. “Le impronte rilevate, sebbene giudicate utili per i confronti dattiloscopici, non furono però sufficientemente chiare per arrivare ad una comparazione positiva nell’ambito del casellario centrale di identità”.
Ora, dopo tre anni e quattro mesi, gli investigatori sono riusciti a trovare il profilo genetico che corrisponde alle tracce rinvenute nella casa: “La polizia non ha desistito e periodicamente ha rivalutato le impronte rilevate sul luogo del furto. A seguito di un altro furto perpetrato, il ladro finalmente viene arrestato e fotosegnalato. A questo punto anche se a distanza di tempo, le impronte inchiodano l’autore che dovrà rispondere di furto in abitazione aggravato”.