“Mangiar bene per vivere meglio”. Questo il nome del progetto che coinvolge gli studenti delle classi seconde del liceo scientifico “R.Mattioli” di Vasto. Nel progetto è coinvolta l’unità operativa di diabetologia e malattie della nutrizione del presidio ospedaliero Vasto-Gissi, con il primario, professor Ercole D’Ugo, e la dottoressa Marisa Ulisse. Per la scuola, sotto la supervisione del dirigente scolastico Silvana Marcucci, sono coinvolti i dipartimenti di scienze e inglese, con il coordinamento della professoressa Alba Lalli. Sono quattro le fasi del programma. Nella prima i ragazzi sono stati invitati alla compilazione di un diario dei propri comportamenti alimentari. Il secondo step è stato il rilievo dei dati antropometrici di ogni studente.
Ieri, nell’auditorium della scuola, c’è stata la fase dedicata all’educazione alimentare, identificando “miti e realtà” in campo alimentare, con molte sorprese per i ragazzi su molte conoscenze acquisite che vengono considerate erroneamente vere. Questo momento è stato lo spunto per passare alla fase dell’educazione alimentare, in cui saranno coinvolti anche i docenti di scienze. L’ultima fase sarà quella della rielaborazione e restituzione dei dati relativi ai questionari. In questo sarà coinvolta la sezione informatica della scuola, che opererà sui dati sulla base delle indicazioni fornite da D’Ugo e Ulisse. “Questo è un progetto che portiamo avanti da circa 20 anni – spiega Ercole D’Ugo – e per noi ha una duplice valenza. Innanzitutto quello di creare nei ragazzi una consapevolezza sulle corrette abitudini alimentari, che diventano un ottimi veicolo di salute e prevenzione. Ma per noi questo rappresenta anche un osservatorio sull’evoluzione dei comportamenti, con una serie di rilevazioni utili per lo studio e per la nostra azione quotidiana”. I ragazzi, durante gli incontri con i due medici, sono attenti e partecipano con vivo interesse. “È importante che l’educazione alimentare passi attraverso strumenti innovativi e partecipativi – commenta Marisa Ulisse -. Cerchiamo di aumentare il loro livello di evidenza e di coscienza, diffondendo delle buone pratiche alimentari e di stile di vita”.