Alle 9.00 mi è arrivata la telefonata che non volevo sentire,”l’Avvocato” ci ha lasciati! Se n’è andato nel giorno più caldo di questo inizio di primavera, come se volesse assaporare per l’ultima volta il profumo della sua amata Vasto.
Sapevo che non versava in buone condizioni, attraverso i suoi cari figli Riccardo e Piernicola, dentro di me coltivavo il desiderio di rivederlo presto in salute, ma lui ha fatto di testa sua, ha deciso che era il momento di spiccare il volo per dirigere il calcio sulle nuvole,in terra ha già dato.
Alle ore 11.00 con il cuore in tumulto,vado a salutarlo a casa sua, trovo la sua bella famiglia, da ogni loro sguardo ritrovo pezzi dell’Avvocato, loro sanno quanto affetto e rispetto nutrivo per il loro padre e marito.
Quando entro nella camera ardente, lo vedo esile e minuto, ha lasciato qui solo il corpo, dov’è tutta quella energia che faceva tremare le mura dell’Aragona?
Piango senza ritegno, vedendolo lì immobile nella bara, vorrei dirgli tante cose, come quando passavo nel suo studio il lunedì, quando mi “cazziava” e quando lo vedevo felice per i successi della sua amata maglia biancorossa.
L’Avvocato è stato il personaggio più importante del secolo di storia del calcio vastese per un solo motivo, la sua ricetta era semplice: lui sapeva amare la sua squadra più di tutti, e l’amore è la fonte massima di energia.
C’è molta gente nella sala, quante persone, quanti ragazzi hanno gioito grazie a lui, quante emozioni all’Aragona grazie a lui!
Domani al funerale, sarà la sua ultima partita in biancorosso, non importa come andrà a finire, quella più importante l’ha già vinta. Ci hai lasciato mezzo secolo di storia di passione e amore verso questo sport che ha amato, questo patrimonio lo conserveremo con devozione e affetto.
L’Avvocato. Un vero gladiatore dell’Aragona!
Le più sentite condoglianze alla famiglia.
Antonio De Santis
Ho pensato tante volte alla sua morte. Stava male, soffriva ormai da troppi anni. Per me che ho alle spalle 12 anni di Rsa ed ho convissuto con centinaia e centinaia di situazioni, simili, sapere della sua dipartita mi avrebbe sollevato, certo di avergli fatto dono incommensurabile.
Ed ogni volta, tra me e me, chiedevo scusa ai suoi cari per cui molto spesso si preferisce avere comunque ancora vicini un padre, una madre, un figlio. Si è vinti dal più sano degli egoismi e la razionalità non può rappresentare un nemico facile da battere.
Sono 12 anni che viviamo ad un battito d’ali di distanza e spesso, scendendo le scalette di via Poerio che danno su via Arno, ho pensato di vedere i suoi manifesti. Ed ogni volta ho pianto. Per me l‘avvocato Federico De Mutiis ha rappresentato una sorta di secondo padre da un punto di vista umano ed un mito da un punto di vista del comune amore calcistico.
Stamane, quando l’amico Michele Tana mi ha comunicato il suo decesso, lì per lì non ho realizzato. Mi capita solo quando si tratta di qualcuno per me speciale. In giro poi mi hanno chiesto in tanti a che ora ci fossero i funerali e lì mi sono accorto di non aver ancora guardato i manifesti funebri, cosa che faccio sempre da sempre, ogni giorno.
Al ritorno a casa ho acceso il pc e trovato l’invito ad un commento e in quel momento ho finalmente compreso: L’avvocato non c’è più per davvero…Mille pensieri mi si sono affollati nella mente, mille ricordi. Le sua mani nell’impermeabile e lo sguardo torvo nell’antrone dello spogliatoio dopo un risultato negativo; il ghigno di sorriso accennato dopo ogni risultato positivo; la solitudine degli anni più bui in cui non mancava mai il luccichio della sua stella presente, comunque.
Ricordo la gioia della segretaria storica della Lega di serie C, la signorina Marinella Conigliaro, che nel 1990 quando la chiamai per alcune informazioni mi chiese: “Senta, ma c’è ancora l’avvocato nella Vastese?”. Si conoscevano dagli anni sessanta e lei non aveva mai dimenticato la professionalità, la passione, l’amore per la maglia biancorossa manifestate nel corso di tante riunioni di Lega.
“Sarà bello rivedersi, mi faccia la cortesia di salutarlo e gli dica che non vediamo l’ora di farci una rimpatriata a cena”. Ho ancora nelle orecchie il tono duro delle sue parole rivolte ai secondini quando ebbi bisogno di lui nel’96: “Se non è Provenzano toglietegli i ferri per favore, dove scappa?”.
O poco dopo, quando rivolgendosi al Giudice “Caio” per la seconda istanza di scarcerazione, si sentì rispondere: “Avvocato, pensi a chi non potrà tornare a casa”. E lui, inappuntabile: “Giudice, io penso a tutti e due i ragazzi e alle rispettive famiglie. Qui non si tratta di criminalità, lei piuttosto eviti di emettere sentenze che non le competono!”.
Ironia della sorte, destino o pura coincidenza. Proprio due giorni fa i media hanno trattato la notizia della costituenda nuova società della Vastese, dove io figuro come nuovo direttore generale, il Suo ruolo. Mi piace pensare che sia riuscito a leggere la notizia e abbia deciso di andarsene per passarmi il suo testimone.
Se così dovesse essere o rivelarsi in qualche modo, sia pure fantasticando, vorrà dire che ancora una volta c’è stata la sua mano nel ridipingere una nuova straordinaria stagione per il calcio vastese. E ti prometto avvoca’ che farò di tutto sia per farti intitolare la tribuna che per far realizzare un mezzobusto alla tua memoria! Ti voglio bene.
Gabriele Cerulli