Antonello Santilli è un 31enne scultore e pittore vastese, uno dei tanti talenti del nostro territorio, impegnato in un’attività sicuramente inusuale per un giovane della sua età. Attualmente vive a Roma dove lavora per la Società Italiana di Arte Sacra realizzando varie opere sia in Italia che all’estero.
Come ti sei avvicinato all’arte?
Dopo aver ultimato gli studi presso l’Istituto d’Arte di Vasto, dove si è iniziata a formare la mia passione per le attività artistiche in tutte le sue forme, sono riuscito a classificarmi al secondo posto nel concorso per frequentare l’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. Dopo aver imparato l’arte nelle sue espressioni mi sono formato in quella che oggi è per me la più significativa: la scultura.
Nonostante tutto un’altra tua grande passione, quella per la musica, è rimasta intatta.
La passione per il vinile non l’ho mai abbandonata, anzi continuo tutt’ora ad arricchire la mia collezione personale soul-funk e quando posso una serata da dj non me la faccio mancare.
I tuoi ultimi lavori mettono al centro tematiche storiche, è stato pubblicato anche un video su YouTube.
Sono stato sempre attratto e sensibilizzato dalle tematiche storiche che hanno segnato il percorso dell’uomo, con drammi indelebili. Di conseguenza nell’ultima serie di opere personali che sto realizzando ho voluto accentuare l’attenzione con delle sculture che possano ricordare quello che è accaduto. La prima di questa serie è stata dedicata al ricordo dei bambini di Hiroshima e Nagasaki e a seguire La finestra della morte (Auschwitz-Birkenau) è stata realizzata in occasione del Giorno della Memoria, per non dimenticare quella che tristemente fu una delle pagine più buie dell’umanità.
Come si trova un giovane come te a lavorare in questo contesto?
Il mestiere dello scultore rappresenta sicuramente una scelta di vita diversa dai soliti standard e richiede una gran forza fisica e mentale. Ho fatto molte esperienze in laboratori di scenografia, effetti speciali, fonderie, tra i quali lo studio del grande scultore-ceramista Salvatore Meli, ex docente presso l’Accademia di Roma, dove ho imparato ad essere prima di tutto un bravo artigiano cosa fondamentale.
Passione, ma anche propensione al sacrificio.
Molta, in entrambi i casi, racconto un episodio per far capire meglio quanti sia duro a volte questa professione. Stavo lavorando ad una scultura per un teatro e di fronte a me c’era un altro artista impegnato con la propria. Era tutto il giorno che ero lì a preparare e saldare la struttura. Quando andammo via in serata lui aveva già finito di stendere l’argilla. Il giorno dopo entrammo in laboratorio e trovammo tutta l’argilla spiaccicata a terra, questo perchè la struttura non ha retto. Certamente non è piacevole, bisogna essere bravi artigiani per non limitarsi o avere problemi tecnici durante l’esecuzione di un lavoro.
Quali sono i tuoi prossimi obiettivi?
Ho intenzione di continuare il mio percorso artistico personale per portare indipendenza nella mia arte ed uno spazio creativo che mi dia la possibilità di svilupparla ulteriormente riuscendo anche a trasmetterla agli altri.
Foto – Antonello Santilli
Alcune immagini di Antonello Santilli, giovane scultore e pittore vastese.






