Un nuovo sopralluogo sulla scena del crimine, l’acquisizione dei tabulati telefonici e l’audizione di sei testimoni. Sembrava fosse giunto al termine il processo per il duplice omicidio di via Anghella. Invece, la vicenda processuale che vede imputato Marco Del Vecchio vivrà una fase nuova. Il colpo di scena è giunto ieri mattina, nell’udienza in cui era attesa la sentenza.
La pubblica accusa, rappresentata dal pm Enrica Medori, ha chiesto un’integrazione probatoria. Il giudice, Anna Rosa Capuozzo, ha accolto la richiesta, integrata dalla difesa.
L’integrazione probatoria – Alcuni dubbi erano emersi già nell’udienza precedente, in particolare riguardo ad alcuni orari riferiti dai testimoni ascoltati in aula. Orari che non combaciavano, come ha sottolineato nella sua arringa l’avvocato Raffaele Giacomucci, difensore dell’imputato.
L’acquisizione di nuove prove processuali è finalizzata, dunque, a far luce sulle zone d’ombra della triste vicenda: marito e moglie, Emidio Del Vecchio e Adele Tumini, assassinati con 111 coltellate nella loro casa di via Anghella il 17 novembre 2012, tra le 21 e le 21.30, in base a quanto accertato dagli inquirenti.
Nell’ordinanza emessa ieri, al termine di tre ore d’udienza, dal giudice Anna Rosa Capuozzo è lungo l’elenco di elementi da verificare. Il magistrato ha disposto l’acquisizione dei tabulati telefonici riguardanti le utenze mobili e domestiche di tre persone nel periodo compreso tra il primo e il 30 novembre. Inoltre, valuterà i verbali dei carabinieri e interrogherà sei testimoni.
Ma l’impressione è che decisivo debba essere il ritorno sulla scena del crimine: l’11 marzo sarà il giorno del nuovo sopralluogo nella casa per eseguire le indagini genetiche richieste dal pm e per capire quale porta aprano le chiavi trovate addosso all’imputato il giorno dell’arresto, ossia la mattina del 18 novembre 2012. I corpi esanimi delle vittime sarebbero stati ritrovati nella camera da letto di Marco Del Vecchio. Infine, il gup ha ordinato l’acquisizione delle foto che ritraggono le tracce di sangue su giacca, jeans e maglioncino che il 39enne indossava al momento in cui i carabinieri lo hanno rintracciato a arrestato nel centro storico di Vasto. Il perito, Marco Santacroce, maresciallo della sezione biologica del Ris di Roma, dovrà anche esaminare le tracce trovate su fiocco e manico del Mocio Vileda con cui il luogo del delitto è stato accuratamente ripulito.