“Siamo sereni. Già il Ris ha dato prova del collegamento tra i due coltelli sequestrati, le vittime e Marco Del Vecchio“. Lo afferma Gianni Menna, avvocato di Nicoletta e Osvaldo Del Vecchio, parte lesa nella drammatica vicenda dell’omicidio dei loro genitori, Emidio Del Vecchio e Adele Tumini.
Imputato dell’omicidio è Marco Del Vecchio, il figlio 39enne della coppia assassinata con cui condivideva la casa di via Anghella nella quale si è consumato il delitto e sono stati ritrovati i corpi senza vita.
Ieri il giudice Anna Rosa Capuozzo, su richiesta della pubblica accusa, rappresentata dal sostituto procuratore Enrica Medori, ha disposto un supplemento probatorio: nuovo sopralluogo nella casa per esami genetici sulle tracce di sangue, acquisizione di foto, tabulati telefonici e interrogatorio di sei testimoni.
I tempi, inevitabilmente, si allungano. Slitta la sentenza, attesa per ieri in quella che sembrava l’ultima udienza del giudizio abbreviato. Il 4 marzo il perito, Marco Santacroce, maresciallo della sezione biologica del Ris di Roma, presterà giuramento presso il Tribunale di Vasto. L’11 marzo è la data del sopralluogo sulla scena del crimine.
“La fase degli approfondimenti – commenta l’avvocato difensore, Raffaele Giacomucci – è, in genere, dannosa per la difesa, ma il giudice è libero di disporla, anche se mi sono formalmente opposto”. Giacomucci ha anche chiesto e ottenuto che venissero verificati ulteriori elementi insieme a quelli indicati dal pubblico ministero. Si comincia l’11 marzo.