“Febbo si dimettesse da Assessore all’agricoltura e non osasse prendere più in giro persone lasciate senza stipendio e senza prospettive. Ha avuto cinque anni, anzi di più, e continua pure a parlare. Non ha più il diritto di parola ma il dovere di fare. Ora si faccia subito una variazione di bilancio, ma vera, per recuperare i fondi del 2013 entro il prossimo consiglio regionale, cioè 15 giorni”. Lo afferma il capogruppo del PD in regione Camillo D’Alessandro.
“Febbo come sempre scarica le responsabilità sugli altri – riprende D’ Alessandro – ma la verità è una sola: l’assessorato all’agricoltura non ha stanziato i fondi necessari per la copertura dell’esigenze dei centri di ricerca”.
“Nel bilancio di previsione dello scorso anno, cosi come in quello del 2014, ci sono pochi spiccioli per i centri di ricerca , tra cui il Cotir. Il presunto furbo Febbo poi ha pensato, nel corso degli anni, di praticare variazioni di bilancio, senza però mai riuscire a trovare fondi veri, cioè disponibili. Questa è la vera storia”.
Sulla questionte interviene anche Silvio Paolucci, segretario regionale del Pd. “L’assessore Mauro Febbo non si rende conto che la sua giunta ha perso ogni credibilità, che la rimborsopoli del centrodestra rende francamente ridicolo il suo tentativo di addossare la colpa della vertenza Cotir agli impiegati della Regione. Afferma il segretario regionale del Pd.
“Febbo provi invece a dare risposte serie e concrete ai lavoratori senza stipendo da un anno intero, come è suo dovere fare – dice Paolucci – ed eviti di trovare sempre una scusa dicendo che è colpa di altri. Questa destra ha avuto fra le sue mani più tempo, più poteri e più mezzi di chiunque altro per cambiare l’Abruzzo e risolverne i problemi: se si riduce ad accusare gli impiegati, ammette di aver semplicemente fallito. Infine, Febbo, prova ad accusarmi di strumentalizzare la vertenza Cotir che vede i lavoratori senza 14 mensilita’, per aver partecipato ad un’assemblea alla quale non ho preso la parola proprio per non utilizzare la vertenza come vetrina elettorale ma piuttosto per ascoltare e scattare la fotografia dei problemi che il PD e il centrosinistra saranno chiamati a risolvere dal 26 di maggio”.