Il consiglio comunale di Vasto ha approvato ieri all’unanimità la revisione del Piano Comunale di Protezione Civile. “Il piano d’emergenza – si legge sul sito del Dipartimento Protezione Civile – recepisce il programma di previsione e prevenzione, ed è lo strumento che consente alle autorità di predisporre e coordinare gli interventi di soccorso a tutela della popolazione e dei beni in un’area a rischio. Ha l’obiettivo di garantire con ogni mezzo il mantenimento del livello di vita civile messo in crisi da una situazione che comporta gravi disagi fisici e psicologici”.
Uno strumento molto importante, spesso sottovalutato o lasciato ammuffire nei cassetti, salvo poi ricordarsene quando (e in Italia purtroppo accade troppo spesso) si verifica qualche situazione di criticità, dovuta a calamità naturali, che colpiscono territori e popolazioni. Proprio dal governo centrale e dal dipartimento della Protezione Civile è arrivato quindi l’input ai Comuni affinchè i piani divenissero efficaci ed efficienti. Con l’approvazione di ieri il Comune di Vasto ha compiuto un primo passo. Non è mancata qualche riserva, come quella espressa dal consigliere Etelwardo Sigismondi al momento del voto. “Il piano è davvero molto corposo – ha commentato l’esponente del centrodestra – ma spero che possa divenire uno strumento agevole da utilizzare e conosciuto da tutti i cittadini”.
Rispetto al precedente Piano sono state apportate alcune modifiche, come ha spiegato il primo cittadino Lapenna. “La sede del COM (Comando Operativo Misto) è stata identificata nell’attuale sede operativa del gruppo comunale di Protezione Civile, presso l’ex depuratore in via San Rocco”. Ci sono alcuni punti di raccolta che, per forza di cose, sono stati sostituiti con altri. Sulla mappa hanno trovato posto il parcheggio fotovoltaico, le aree adiacenti le parrocchie di San Marco e Santa Maria del Sabato Santo ed altre. Ora che è stato adottato bisognerà promuovere la conoscenza del Piano alla cittadinanza. Sarà compito del gruppo comunale di Protezione Civile, coordinato da Eustachio Frangione, diffondere la conoscenza a tutti i livelli di cittadinanza, coordinandosi con forze dell’ordine e istituzioni. “Ci sono piccoli comuni – spiega Frangione – dove tutti i cittadini sanno perfettamente come comportarsi in caso di calamità ed ognuno ha un suo compito. Vasto è una città grande e quindi il lavoro di condivisione sarà più complesso. Ma inizieremo presto, partendo proprio dalle scuole, che tra l’altro ogni anno svolgono le prove antincendio e antisisma”.
Struttura del piano. Il piano si articola in tre parti fondamentali:
1. Parte generale: raccoglie tutte le informazioni sulle caratteristiche e sulla struttura del territorio;
2. Lineamenti della pianificazione: stabiliscono gli obiettivi da conseguire per dare un’adeguata risposta di protezione civile ad una qualsiasi situazione d’emergenza, e le competenze dei vari operatori;
3. Modello d’intervento: assegna le responsabilità decisionali ai vari livelli di comando e controllo, utilizza le risorse in maniera razionale, definisce un sistema di comunicazione che consente uno scambio costante di informazioni.
Obiettivi del piano. Un piano per le operazioni di emergenza è un documento che:
– assegna la responsabilità alle organizzazioni e agli individui per fare azioni specifiche, progettate nei tempi e nei luoghi, in un’emergenza che supera la capacità di risposta o la competenza di una singola organizzazione;
– descrive come vengono coordinate le azioni e le relazioni fra organizzazioni;
– descrive in che modo proteggere le persone e la proprietà in situazioni di emergenza e di disastri;
– identifica il personale, l’equipaggiamento, le competenze, i fondi e altre risorse disponibili da utilizzare durante le operazioni di risposta;
– identifica le iniziative da mettere in atto per migliorare le condizioni di vita degli eventuali evacuati dalle loro abitazioni.
È un documento in continuo aggiornamento, che deve tener conto dell’evoluzione dell’assetto territoriale e delle variazioni negli scenari attesi. Anche le esercitazioni contribuiscono all’aggiornamento del piano perché ne convalidano i contenuti e valutano le capacità operative e gestionali del personale. La formazione aiuta, infatti, il personale che sarà impiegato in emergenza a familiarizzare con le responsabilità e le mansioni che deve svolgere in emergenza. Un piano deve essere sufficientemente flessibile per essere utilizzato in tutte le emergenze, incluse quelle impreviste, e semplice in modo da divenire rapidamente operativo.