Sono molti i collezionisti di immagini d’epoca della città. Molti e interessanti gli archivi privati che, attraverso le immagini, ricostruiscono la storia di Vasto da quando la fotografia ha permesso di fissare per sempre le immagini su carta o altri supporti. Ad Ida Candeloro, però, bisogna riconoscere il gran merito di aver iniziato a diffondere sul web le immagini raccolte, diventando una sorta di mito per il popolo della rete. Ha iniziato con un blog, Vastocard, poi “da quando ha scoperto facebook –come racconta la figlia Giada- è arrivata la fine!!!”. Oggi, le “cartoline di Ida Candeloro”, sono sempre più ricercate. E sono in tantissimi a chiederle spesso “ce l’hai quella immagine?”. E così siamo andati a trovarla per poter guardare da vicino la sua collezione di cartoline e scoprire da dove nasce questa forma di amore per la città.
“Le cartoline di Vasto sono una raccolta abbastanza recente, forse una decina d’anni. Ma ho sempre avuto la passione per le collezioni: francobolli, schede telefoniche, biglietti delle partite di calcio”. Ma un giorno, quasi per un gioco, arriva la prima cartolina d’epoca. E da allora sono diventate centinaia, Ida ne ha perso il conto. Tutte riguardanti Vasto. Solo le cartoline di Bologna, viste le origini di suo marito, trovano spazio in una collezione parallela. E’ un racconto dai due volti, quello fatto attraverso le immagini, con la città che cambia con gli anni che passano, e quella delle storie raccontate sul retro. Infatti la peculiarità di questa collezione è che praticamente tutte le cartoline sono state spedite e quindi provengono dalle più svariate località italiane. L’intento iniziale era quello di guardare le più significative. E infatti iniziamo dal primo album, quello con le cartoline considerate più “preziose”. Ma poi, man mano che la chiacchierata va avanti, ci metto un attimo ad impossessarmi delle scatole in cui conservate e tirarle fuori per ammirarle.
Scopriamo anche come funziona e chi sono i collezionisti vastesi di oggi. C’è Stefano D’Adamo, che vive a Milano, Beniamino Fiore, poi Francesco Paolo Vitelli, che però è più votato alle foto, oggi Gino De Rosa e Lino Spadaccini stanno arricchendo i loro archivi. Due i canali preferiti: Ebay (o altri servizi online) e le fiere dedicate ai collezionisti, da cui spuntano fuori vere e proprie chicche della città. “Ogni tanto mi metto d’impegno per poterle riordinare tutte – racconta Ida- magari dividendole per luoghi della città e poi per epoche. Ma sono talmente tante e quindi spesso rinuncio. In ogni caso le conservo per bene, con le buste di cellophane per non farle rovinare”. E’ di poche parole, come si addice ad un collezionista, ma di animo buono. Infatti non è gelosa della sua collezione che le costa tempo, fatica (per le ricerche e a volte gli spostamenti) e, soprattutto, denaro. Infatti non esita a digitalizzare le foto e a “regalarle” al popolo del web. “La mia passione nasce dall’amore per questa città. E perché dovrei negare agli altri di rivedere immagini storiche, di una Vasto che non c’è più ma che magari evoca tanti ricordi? Ogni tanto capita che qualcuno si riveda ritratto in una cartolina in cui non immaginava di essere, o che ci sia qualche suo parente. E così viene a chiedermela”.
In casa ormai si sono “rassegnati” alla sua passione, che ha riempito interi armadi con le sue collezioni. Le due figlie, Cinzia e Giada, la aiutano a sistemarle ma non raccolgono il testimone, almeno per ora. “Io mi arrabbio – dice Giada – quando guardo le immagini della mia città che prima era così bella e invece oggi è stata rovinata”. Tra le tantissime cartoline raccolte ce ne sono alcune a cui Ida tiene particolarmente. Come quella con la firma del maestro Aniello Polsi, inviata ad un amico, o quella inviata a Raffaele Mattioli. Le più affascinanti, che anche a lei piacciono molto, sono le panoramiche. Prova di maestria tecnica da parte dei fotografi storici vastesi regalano uno sguardo d’insieme che oggi, quando vengono ri-scattate (come quella realizzata da Vincenzo Di Lello tempo fa) mostrano analogie e cambiamenti. “Sono belle da rivedere, perché a tanti di questi luoghi sono legati ricordi della mia vita – spiega Ida -. Anche se, a vedere quanto verde c’era prima e quanto cemento c’è oggi, un po’ di malinconia viene”. Tra i collezionisti di immagini di Vasto si è creato un rapporto che porta anche a forme di collaborazione e di massimo rispetto per le “scelte” altrui. Anche se poi, una forma di “sana” competizione per avere la collezione più completa sembra esserci. E’ così per i pezzi “pregiati”, quelli più antichi, o quelli di cui è rimasto magari un solo esemplare in circolazione. E in quel caso si possono raggiungere anche cifre consistenti per una sola cartolina. “Quando trovo una cartolina che desidero aggiungere alla collezione sono davvero contenta –racconta Ida -. Ed è emozionante l’attesa della busta che la contiene, il poterla aprire e ammirarla in tutti i suoi particolari”. E questa sono sensazioni che negli ultimi anni ha provato davvero tantissime volte. Ci soffermiamo anche a leggere destinatari e messaggi. E tra quelle righe si possono trovare davvero tante storie. Dal capofamiglia che, in tempi in cui non c’erano i telefoni, scrive per dire che rientrerà tra qualche giorno, a chi, dalle vacanze, scrive all’amico per fargli vedere in che bel posto è stato. Ci sono firme anche di persone che conosciamo bene, magari spedite per gli auguri di Pasqua e Natale dalla città. Tra le più originali abbiamo trovato delle immagini di Punta Penna, prese da un soldato alleato durante la seconda guerra mondiale che, per ricordare il luogo da sogno scoperto ha appuntato un’improbabile “Penna Point“, affidandosi alla traduzione letterale.
E poi i luoghi con tutte le diverse angolazioni possibili, interessanti serie con i personaggi storici di Vasto, panorami notturni e così via. Le più curiose sono certamente quelle degli anni ’80, con un gusto un po’ kitsch nella grafica e nei messaggi. Tra le più particolari, forse le più belle, vanno citate certamente quelle quelle stampate in bianco e nero e colorate a mano, con pochi colori, forse poca precisione, ma molta suggestione. Tante, tantissime cartoline, ma anche qualche altro “pezzo” davvero interessante. Come alcuni documenti municipali del secolo scorso, varie tessere di reduci di guerra, o una serie di fotografie della frana del ’56. Su queste Ida è stata particolarmente fortunata, anche perchè si tratta di scatti inediti. “Qualche anno fa mi imbattei su ebay in questa inserzione che parlava di fotografie di uno sconosciuto paese terremotato. Quando le vidi ci misi un secondo a capire che si trattava della frana di Vasto e le comprai”. Una collezione talmente bella (e immaginiamo come possano essere belle quelle di chi ha iniziato ben prima di Ida Candeloro a raccoglierle), che dovrebbe trovare spazio in qualche esposizione. Magari durante il periodo estivo. Lei, per ora, e raccogliendo i consensi di tantissimi, continua a regalare perle di “storia” attraverso il web, sulla sua pagina facebook e sul blog “che dovrei sistemare una volta per tutte”. Una testimonianza di come l’iniziativa di una semplice persona possa andare a costituire un patrimonio “pubblico”, da condividere con tutti. Con passione e semplicità e, soprattutto, tanto amore per una città che spesso sembra poco attenta a tutti i “suoi figli”, ma che dal contributo di tutti potrebbe raccogliere davvero tanto.
Testo di Giuseppe Ritucci
Foto di Costanzo D’Angelo