“O cambia qualcosa oppure il 30 aprile andrò via dalla società”. E’ forte e chiaro il messaggio che Luigi Salvatorelli, vicepresidente operativo della Vastese da agosto 2013, lancia nel corso della conferenza stampa organizzata giovedì sera nel suo ufficio, alla presenza di alcuni tifosi e del direttore sportivo Alfonso Calvitti.
Al dirigente biancorosso oltre ad alcune critiche, soprattutto quella di non aver speso abbastanza per vincere il campionato, non piace l’atteggiamento che la città ha nei confronti della Vastese da due anni a questa parte: “Ho aspettato che qualcuno si facesse avanti, ma nessuno lo ha fatto, non solo gli imprenditori, ma anche l’amministrazione comunale, non mi risulta stia facendo nulla per sostenerci”.
“Sono molte le situazioni che mi hanno fatto propendere per questa decisione – spiega Salvatorelli -, l’ultima risale a oggi, quando è arrivato un fax in cui si comunica a Vastese e Vasto Marina che l’Aragona può essere utilizzato solo nel giorno della gare ufficiali per preservare il manto erboso, così dobbiamo pagare altri campi, una spesa in più. Questa è solo una delle tante, i nostri tifosi possono andare ovunque e da noi non può venire nessuno in uno stadio che è tra i più collaudati, questa società così non fa incassi oltre a pagare le varie multe. Come si fa a fare calcio così?”.
Che Vasto fosse una piazza esigente si sapeva dall’inizio: “Certo, ma non pensavo che dopo due anni senza calcio la risposta fosse questa. Non posso promettere che andremo in D, abbiamo fatto tutto questo con una logica, con programmazione, puntando a crescere di anno in anno e se necessario anche con delle stagioni di transizione. Abbiamo pensato a tutto, a come avere la gestione dell’Aragona, a ricevere dei fondi, a tanti aspetti che possono garantirci un lungo futuro stabile e a non fallire di nuovo”.
Alla piazza però non interessa secondo il vicepresidente: “Vuole vincere e subito, ci accusano di aver speso poco, ma solo quest’anno fino ad oggi la prima squadra ci è costata 156.000 euro e ci sono da aggiungere i costi di gestione, abbiamo ingaggiato giocatori importanti come Antignani e Spagnuolo ma non è andata come speravamo, anche se resto convinto che questa sia una buona squadra. In totale in due anni abbiamo tirato fuori 350.000 euro, non mi sembra una cifra bassa, soprattutto in tempi di crisi”. Poi Salvatorelli replica ai malumori dei tifosi: “Non ha senso spendere tanto se il San Nicolò è superiore e vincerà il campionato, meglio risparmiare denaro per il futuro e riprovarci la prossima stagione. Ci vogliono 4/5 anni di pazienza per tornare a certi livelli. Gli altri dirigenti andranno avanti e potranno fare affidamento su un presidente valido come Di Domenico che proseguirà il proprio lavoro”.
Una minima speranza che il dirigente rimanga in società c’è, ed è lui stesso a renderla nota: “Che Comune e imprenditori si facciano avanti. Inoltre è in programma una riunione pubblica con tutte le società calcistiche di Vasto e del Vastese, saranno invitate tutte per provare a realizzare qualcosa di concreto tutti insieme. Prima possibile, altrimenti i tempi si allungano troppo”. Una soluzione che attualmente sembra di difficile realizzazione.
All’incontro si è parlato anche di Sporting Vasto, società che da tempo vorrebbe entrare a far parte della Vastese, unica proposta concreta ricevuta fino ad oggi. “Con loro ci siamo visti – conferma Salvatorelli – ora valuteremo insieme”. Quello che invece non è chiaro e se la neonata società locale affiancherà la Vastese o se invece ha intenzione di mettersi al comando.
Qualcosa bisognerà pur fare per allontanare lo spettro che temono i tifosi, quello di vedere sparire nuovamente la squadra cittadina o di vederla lottare per la salvezza in Eccellenza, tra le due non si sa quale sia peggio.