Davide D’Alessandro replica all’architetto Michele D’Annunzio, dirigente del Comune di Vasto, che aveva risposto in merito alle polemiche sollevate dal consigliere comunale indipendente.
“Il pistolotto prodotto dall’architetto D’Annunzio – dice D’Alessandro – non intimidisce né intimorisce nessuno, anche perché non fa altro che esternare banalità e preparare un incontro pubblico, ahimé non una conferenza stampa (alla quale avrei partecipato volentieri in qualità di giornalista), dove assisteremo ad una parata organizzata con tutti coloro ai quali la cultura, in questa città, dà pane, molto pane.
Che ogni spesa effettuata dal Comune, ma pagata dai cittadini vastesi, sia legale e trasparente è una banalità – prosegue il consigliere -, perché ci mancherebbe altro che il Comune pagasse anche in nero! Certo che paga in modo legale e trasparente. 350 mila euro tra SCM, Teatro e Centro Studi Rossettiani. Della prima istituzione mi sto occupando, delle altre due mi occuperò a breve. C’è uno sperpero di denaro pubblico non accettabile.
Il Comune paga i compensi pattuiti, i contributi previdenziali e le fatture emesse. Paga 72 mila euro a un docente del Conservatorio di Campobasso (sperando che sia stato autorizzato dallo stesso, anno per anno, dal 2007) per svolgere un doppio incarico. Troppo, è troppo. Lapenna, invece di rispondere alle dieci domande, fa come Berlusconi con “Repubblica”: parla di macchina del fango e scappa.
Affida agli uffici un comunicato inodore e insapore – conclude D’Alessandro -, non ancora mette i bilanci delle singole istituzioni sul sito, come prevede la Legge, non fornisce le carte a un consigliere comunale, non gli consente di svolgere bene il lavoro di opposizione, non dà corso alle risoluzioni approvate in Consiglio, non risponde. A Vasto il sole della cultura non è basso, è radente la terra, riscalda pochi eletti, ma l’energia la mettono i cittadini con le loro tasche. Lui è un nano politico che non ha neppure l’aspetto del gigante”.
Sulla questione torna anche Ivo Menna. “E’ un dovere politico ritornare e informare la città sul caso Bellafronte e sulla anomalia del cumulo di incarichi e dei compensi dopo la pubblicazione delle domande poste al sindaco dal consigliere D’Alessandro e dopo avere appreso che il primo cittadino intende fare chiarezza sullo scandalo emerso da qualche giorno con un incontro pubblico in Palazzo D’Avalos. Incontro pubblico – si legge nella nota inviata in redazione – per modo di dire perche’ ad esso parteciperanno i soliti nomi che di cultura si riempiono la bocca non escludendo qualche settore del mondo religioso. Il mio personale consiglio al Sindaco è l’invito a astenersi dallo scivolare su questo un terreno molto rischioso e invece di mostrare cautela e prudenza su questo bubbone, anzi di estirparlo come moralmente richiede il caso.
I dati squadernati qualche giorno fa dal consigliere comunale D’Alessandro sul cumulo degli incarichi, e le 10 stringenti domande postegli sulle somme percepite dal musicista Bellafronte, non lasciano spazio a difese di quest’ultimo da parte di chicchessia. Stretto nella morsa della fattura del noleggio degli strumenti affittati per 25.000 euro dal 2011 – (perchè non si è proceduto ad un pubblico bando per noleggio e direzione artistica)? – , e dei compensi da direttore di Scuola Civica e Teatro Rossetti, per 73 mila euro, il nostro direttore si agita da qualche giorno invocando i componenti di quel sistema politico affaristico tuttora operante in città.
Nel sistema affaristico rientrano le associazione create ad usum delphini del teatro Rossetti, i componenti che ne fanno parte, e altri soggetti. Abbiamo letto su un sito web, una difesa ad oltranza di Bellafronte: come dire che Bellafronte ce lo invidiano nel mondo e addirittura paragonato (dalla presidente della Scuola Civica Musicale) ai due compositori romantici J. Brahms e L.van Beethoven e che tutte le città lo vorrebbero. Insomma siamo al delirio di considerare questo musicista patrimonio dell’Unesco. Ma voglio ricordare a questa palude, l’incipit che apriva il mio intervento sulla questione Bellafronte, che recitava: “Claudio Abbado, figura indimenticabile, riconosciuto tra i piu’ grandi direttori d’orchestra del mondo, scomparso recentemente, gran parte dei guadagni ottenuti dirigendo le più prestigiose filarmoniche, lo destinava alla formazione e creazione di orchestre giovanili allo scopo di coltivare talenti emergenti e consentire a tutti l’accesso alla formazione di base musicale.”
Insomma Claudio Abbado gran parte dei proventi li destinava alla formazione e creazione di nuove orchestre, il nostro se li trattiene! Da quello che leggo e capisco – prosegue Menna -, le retrovie democristiane e alcuni ex finti comunisti sono in stato di all’erta per uno scandalo che dovrebbe indurre tutte le forze politiche a ripensare seriamente il ruolo di Bellafronte, del suo duplice incarico e dei relativi compensi, dei contributi previdenziali versati (due per S.C.M. e Teatro Rossetti, a cui si aggiunge quello del Conservatorio). Stiamo parlando solo per Vasto di una cifra di oltre 70 mila euro. Per non dire di quella autorizzazione del Conservatorio di Campobasso che escluderebbe doppi incarichi per un docente (e Bellafronte risulta docente a Campobasso, quindi ruolo pubblico).
Siamo ad un copione che si ripete simile a quello del 2012 quando un usciere di turno, tale Curcio Sandro Valentini (noi lo conoscevano come Sandro Valentini architetto, e non come Curcio) facente parte della associazione degli Amici del Teatro Rossetti, sulla spesa di 15.200 euro per il concerto di Capodanno peroro’ ossequiosamente il musicista Bellafronte per le critiche rivoltegli. Uno scandalo che si ripete quest’anno 2013 per il concerto di Capodanno (Determina n. 116 del 16 dicembre 2013) pagato circa 10.000 euro con una orchestra sinfonica straniera il cui reale costo non supera le 3.500,00 euro.
Il sindaco convochi Bellafronte e si faccia dire dei suoi legami e intrecci con il musicista improvvisatosi direttore di orchestra, tale Piccinino di Ortona! Si chiarisca alla città la sua posizione! Anche stavolta ci dirà che il teatro era pieno fino all’inverosimile?, 120 posti + altri 100? Ma per quanti posti è abilitato il Rossetti se non puo’ contenere che 150 posti? E le Norme di sicurezza? Trascurabili!
Il caso in questione ci rimanda al quesito: chi sostiene Bellafronte e perche’? E storicamente ci rimanda al 2006 quando si affermo’ il centro sinistra. In quel momento storico doveva nascere una classe dirigente in città di grande spessore morale e culturale, ma il bubbone della lottizzazione clientelare e le spartizioni negli enti strumentali comunali hanno toccato l’acme. Infatti per effetto della spartizione Il Teatro Rossetti ando’ in quota Margherita (Bellafronte), e la Scuola civica musicale in quota DS (presidente Anna Maria Di Paolo).
Ma stranamente, nel tempo, anche la Scuola Civica Comunale diventa proprietà e strumento di potere nelle mani di Bellafronte. Da queste due istituzioni e con i soldi pubblici costruisce una ragnatela di rapporti con il mondo musicale per lanciare la sua mediocre immagine di musicista. La palude democristiana divora e inghiotte l’alleato ex comunista.
Vorrà il sindaco Lapenna – conclude Menna – affrontare politicamente questo? Vuole cogliere questa occasione per liberarsi dai ricatti e condizionamenti che ha ingoiato per anni, da quelle consorterie affaristiche azzerando la Giunta, chiudere il capitolo del Teatro Rossetti e della Scuola civica comunale? Vorrà ricostruire un progetto culturale cercando quelle personalita’ professionali e politiche che pur esistono in questa città cosi’ vilmente offesa da anni di inciuci e malgoverno? Si e’ accorto che il tessuto cittadino si è impoverito economicamente e civilmente e reclama una nuova dmensione? Ne sarà capace o vorrà continuare nei soliti rituali stanchi che indignano l’opinione pubblica vastese e condurrà alla fine di questo centro sinistra?”.