Stavolta in Consiglio comunale ha vinto l’opposizione e la maggioranza ha perso.
In una seduta sostanzialmente inutile, convocata solo per approvare un documento inefficace sul potere decisionale del governo regionale di centrodestra (che da sempre considera il Vastese come l’ultima ruota del carro), l’auspicata unanimità è diventata un miraggio a pochi minuti dal termine e si è dissolta al momento delle votazioni che hanno chiuso cinque ore e venti minuti di dibattito sui problemi della sanità locale e nel quale si sono notate le molte assenze tra i rappresentanti istituzionali del Vastese sia a livello regionale che provinciale. Nella platea degli ospiti, erano gli assenti erano più dei presenti.
Prima del rituale botta e risposta tra gli opposti schieramenti, col conseguente e prevedibile scaricabarile di responsabilità, è bene chiarire che, per la prima volta, le minoranze hanno ottenuto interamente ciò che volevano: non hanno votato il documento della maggioranza di centrosinistra e sono riuscite invece a far approvare il loro documento, quello presentato dal centrodestra e riguardante la realizzazione della sala emodinamica, attesa a Vasto da anni.
Salta l’intesa – Alla mozione della maggioranza, l’opposizione ha presentato un emendamento in cui intendeva sostituire le parole “governo regionale di centrodestra” (cui il centrosinistra imputa la responsabilità dei tagli) con la dicitura generica “governi regionali”. La proposta di modifica è stata respinta: il voto è terminato 11-6. Per questo, i 6 rappresentanti del centrodestra hanno abbandonato l’aula al momento del voto sulla mozione della maggioranza di centrosinistra che, a sua volta, in precedenza si era astenuta sull’altro documento: quello presentato da Etelwardo Sigismondi e approvato, quindi, con i soli 6 voti favorevoli dei consiglieri di minoranza.
Qualche esponente del centrosinistra non ha nascosto il proprio disappunto al termine della seduta.
Ma la mozione sostenuta dall’amministrazione Lapenna, senza il voto unanime, è dimezzata e, attribuendo l’intera responsabilità a Chiodi, ha un vago significato pre-elettorale in vista delle elezioni regionali di maggio. Inoltre, non tiene conto dello scandalo di Sanitopoli, l’inchiesta sulle tangenti nella sanità abruzzese che ha decapitato nel 2008 l’allora governo regionale di centrosinistra. Per quella vicenda l’ex governatore, Ottaviano Del Turco, e altre 8 persone sono state condannate in primo grado.
Opposizione all’attacco – Massimo Desiati (Progetto per Vasto) è il primo a commentare. Punta il dito contro l’amministrazione Lapenna: “Dopo ore di discussione, su di un argomento di così grande importanza che pur ha visto la convergenza, sui contenuti, di tutti i consiglieri intervenuti nel dibattito, senza distinzione di parte, e su cui meglio sarebbe stato ottenere la unanimità del Consiglio a difesa delle ragioni del nostro territorio, la maggioranza ha preferito portare in votazione un documento di parte.
Dimenticando il proprio ruolo di presidente del Comitato ristretto dei sindaci, organismo di natura consultiva della Asl, il sindaco di Vasto, presente in aula il Segretario regionale del Partito democratico, ha preferito polemicamente stigmatizzare le responsabilità circa la grave ed attuale situazione sanitaria e non, invece, trovare motivi affinché tutto il Consiglio comunale fosse compatto nelle giuste rivendicazioni della città”.
Davide D’Alessandro (indipendente) parla di “visione miope da parte del sindaco, che non era interessato all’emodinamica, ma soltanto a dare uno schiaffetto al presidente Chiodi. Abbiamo presentato un emendamento per far sì che la responsabilità della cattiva gestione sanitaria, in Abruzzo, fosse allargata anche a chi ha preceduto Chiodi. Ci è stato respinto, ma alla fine – sostiene D’Alessandro – lo schiaffo l’ha preso il sindaco, responsabile al pari di tanti altri della perdita del peso politico della nostra città non negli ultimi cinque anni, ma negli ultimi vent’anni”.