A distanza di 7 mesi, non le hanno ancora pagato 11mila euro per i pernottamenti nel suo albergo in occasione del Trofeo delle regioni di beach volley.
E’ pronta ad adire alle vie legali Angela D’Addario, amministratore dell’Hotel Dakar di Vasto Marina, per ottenere la rilevante cifra (spese legali comprese) di cui è creditrice dallo scorso mese di luglio, quando si è tenuta la manifestazione sportiva nazionale che ha portato sulla riviera centinaia di persone tra atleti, tecnici e accompagnatori.
“Voglio i miei soldi – dice l’imprenditrice – perché dopo un anno di crisi nera non è giusto che l’attività debba risentire oltremisura di problemi altrui”.
Alberto Pesce, presidente della Fipav Abruzzo, prova a gettare acqua sul fuoco: “Per quell’evento ho già dato 30mila euro a novembre al comitato provinciale di Chieti, ma, se Roma mi autorizza, sono pronto a metterci un’altra pezza. L’ultima prima di mollare”.
Ma se la Fipav di Chieti non pagherà, la struttura ricettiva di Vasto Marina attiverà le procedure legali di recupero forzoso del credito, nelle quali sarà assistita da Riccardo Pitaccio e dall’avvocato Enzo Carusi.
“Nel maggio scorso – afferma Angela D’Addario – mi fu chiesto dall’organizzazione locale di mettere a disposizione diverse camere per il torneo, dal 18 al 21 luglio. Ospitammo un centinaio di persone tra atleti e accompagnatori. Niente lasciava presagire problemi di liquidità, anche se, diversamente dal passato, quando la prenotazione veniva fatta da Roma, doveva essere stavolta la federazione di Chieti a provvedere al saldo, tra i 60 e i 90 giorni dall’emissione della fattura”.
“Da allora – dice l’avvocato Carusi – più nulla, vano perfino ogni tentativo di contattare il presidente, Giovanni Bisignani. Ecco, dunque, inevitabile, l’azione legale: un decreto ingiuntivo cui far seguire l’atto di precetto, con tutte le conseguenze del caso”.
Il rammarico di Alberto Pesce, il presidente regionale della Fipav: “La Regione Abruzzo dice di non aver ancora liquidato i contributi promessi perché Chieti non avrebbe prodotto la documentazione richiesta. D’altra parte io stesso ho provveduto a pagare l’Hotel Excelsior, il Palace e il Castello Aragona. Un evento costato, mi sembra, 152 mila euro. Comprendo le ragioni del Dakar. Roma deve dare via libera e sa già che sono pronto a dimettermi. Così non si può andare avanti”.