E’ durato quindici minuti l’interrogatorio dell’ex assessore regionale alla Cultura Luigi De Fanis, tra gli indagati dell’inchiesta della procura di Pescara su presunti indebiti rimborsi per viaggi istituzionali.
De Fanis ha utilizzato un ingresso secondario per evitare i giornalisti. L’ex assessore si e’ difeso davanti ai pm sostenendo di aver pagato con i suoi soldi i pasti dei commensali che hanno pranzato con lui. In altri casi, invece, i commensali hanno provveduto di tasca loro. Il difensore di De Fanis, l’avvocato Massimo Cirulli, al termine dell’interrogatorio ha mostrato ai giornalisti la legge regionale numero 40 del 10 agosto 2010, in cui non si stabilisce un tetto di spesa né per i pasti, né per i ristoranti. Per quanto riguarda invece gli alberghi, la legge segue la classificazione per stelle. Nell’articolo 13 inoltre è prevista per “il consigliere che, debitamente autorizzato, si reca in missione fuori dal territorio della Regione per l’espletamento delle proprie funzioni, per ogni giornata di trasferta o di frazione non inferiore alle 8 ore, una indennità uguale a quella stabilita per la qualifica di presidente di sezione della Corte di Cassazione”
In un procedimento aperto dalla Procura di Lanciano, De Fanis è invece accusato di tenato omicidio nei confronti della moglie.
Alla sua ex segretaria, con la quale aveva intessuto una relazione, avrebbe esternato l’intenzione di avvelenare la moglie. De Fanis, agli arresti domiciliari dallo scorso novembre per presunta concussione nei fondi regionali elargiti per manifestazioni culturali, si è sempre difeso sostenendo che quella era solo una battuta. (AGI)