E’ rivolta soprattutto agli scolari la breve cerimonia con cui stamani, in occasione delle celebrazioni per la Giornata della Memoria 2014, il sindaco di Vasto, Luciano Lapenna, ha deposto una corona d’alloro dinanzi alla lapide che ricorda il campo di concentramento Istonio, a Vasto Marina, dove vennero confinati centinaia oppositori politici del regime fascista. Lo ha fatto alla presenza delle autorità civili e militari. In chiusura, il primo cittadino ha rivolto un breve discorso ai giovani presenti.
Vasto, due campi di concentramento – A Vasto esistevano due campi di concentramento, entrambi sulla riviera: l’albergo Ricci e villa Marchesani (oggi villa Santoro). Furono aperti nel giugno del 1940 e chiusi definitivamente a fine settembre del ’43. Potevano ospitare fino a 170 persone, ma quasi sempre quella soglia fu superata. Il fascismo internò nel campo di concentramento Istonio Marina gli oppositori politici sgraditi al regime (definiti italiani pericolosi) e, nell’ultimo periodo, anche un gruppo di prigionieri slavi.
In Abruzzo i campi e le località d’internamento erano 59. Insieme alle Marche e al Molise, fu la regione in cui furono confinate più persone: la scelta del Ministero degli Interni ricadde su queste zone per motivi geografici (territorio impervio e poche vie di comunicazione), demografici (lontananza dalle grandi città e scarsa densità abitativa) e politici (popolazione poco politicizzata). Alle Isole Tremiti fu istituita una colonia in cui venivano confinati i sovversivi. Lì furono spediti alcuni internati che a Vasto Marina stavano architettando una ribellione.
La lapide – “Nella provincia di Chieti – ricorda l’iscrizione sulla lapide di viale Dalmazia – esistevano sei campi di concentramento e oltre venti località di internamento per ebrei, cittadini stranieri e oppositori al nazifascismo. Vasto Marina (Istonio Marina) dal 1940 al 1943 ospitava un campo di concentramento. Per alcuni internati questo fu l’ultimo luogo di residenza noto. Io non dimentico. Villa Marchesani e albergo Ricci”.