Tre container in una zona ben delimitata della banchina di riva del porto di Punta Penna. Sono lì dallo scorso mese di dicembre. Sotto sequestro. Su disposizione della procura della Repubblica di Vasto i sigilli li hanno apposti i carabinieri del Noe di Pescara. I cartelli che dispongono la misura preventiva sono ancora ben visibili sul portellone di due dei container.
Ma cosa c’è dentro, si chiedono da quasi un mese operatori portuali, diportisti e pescatori? Buste di plastica a migliaia, pronte da tempo per l’imbarco, destinazione Cina. A bloccare tutto è stata la Procura dopo, la segnalazione della dogana di Vasto, che alle operazioni di arrivo e partenza delle merci dedica un’attenzione certosina: mancherebbero delle autorizzazioni.
Proprio l’assenza di alcune carte avrebbe indotto la magistratura a volerci vedere chiaro. Il materiale da imballaggio dev’essere integro, privo di tracce di unto o di sporco e privo pure di residui chimici di lavorazione. Lo impongono le severe normative a tutela dell’ambiente della nostra legislazione. Che si tratti di buste di plastica o di giocattoli, insomma, tutto deve essere a norma.
Per fugare ogni dubbio la magistratura ha disposto accurate indagini di laboratorio: se tutto è a posto la merce può partire, destinazione l’hub portuale di Trieste e da qui in Cina, nelle stive delle grandi navi oceaniche. Altrimenti, in tutto o in parte, il materiale va smaltito come rifiuto speciale. Non nocivo nè tossico, ma speciale sì. Il trasporto sarebbe stato commissionato da un’azienda di fuori regione.
Tra poco ricorrerà un anno dall’imbarco dei primi container dal porto di Punta Penna. Un servizio partito in via sperimentale nei primi mesi e che nel corso del 2013 ha fatto registrare dati positivi in termini di merci movimentate. Sempre molto attenti i controlli su quanto avviene nel bacino vastese, con l’Ufficio Circondariale Marittimo, il posto della Guardia di Finanza e la Dogana, sempre impegnati affinchè tutto si svolga nel rispetto delle norme vigenti.
Curiosità: la dogana del porto di Punta Penna vanta il primato regionale delle entrate fiscali. Nel 2013 ben 11 milioni e 240 mila euro. Più di Ortona e di tutti gli altri scali. Particolare che, da solo, dovrebbe indurre la politica abruzzese ad avere ben altra considerazione del porto di Punta Penna.