Si è conclusa venerdì 17 gennaio l’esperienza della Silda spa in Val Sinello. L’azienda marchigiana di calzature, facente parte del gruppo Del Gatto, era arrivata a Gissi nel processo di riconversione della Golden Lady, dopo che questa aveva deciso di delocalizzare la produzione in Serbia. Inizio positivo delle attività, con i primi lavoratori ri-entrati nel capannone di contrada Terzi grazie alla formazione on the job finanziata dal Ministero. Ma quando, un anno fa, la legge di stabilità non ha rifinanziato questa forma di ammortizzatore sociale, ecco che sono iniziati i guai, con i blocchi della produzione, gli stipendi non pagati e i lavoratori che, secondo il piano sottoscritto dalle parti sarebbero dovuti rientrare a lavoro, lasciati fuori. Assemblee, proteste, presidi, fino ad arrivare ai mesi caldi del 2013, con il presidio ad oltranza davanti ai cancelli della fabbrica, i blitz notturni nel tentativo di portare via macchinari e materiali, respinti in un primo momento e poi accettati di fronte ad altre promesse (pagamento degli stipendi arretrati) poi risultate vane.
A settembre, quindi, i rappresentanti dei lavoratori hanno presentato al Tribunale di Vasto l’istanza fallimentare. La Silda è stata ammessa alla procedura pre-concordato, perchè aveva paventato l’intenzione di presentare un nuovo piano industriale per ripartire con le attività, anche grazie ad una società pronta ad immettere capitale. Il Tribunale di Vasto ha acquisito tutti i documenti necessari ad analizzare la posizione dell’azienda di amministrata da Daniele Di Battista, concedendo il tempo, come previsto dalla legge, di 60 giorni più altri 60, con la dottoressa Luciana Cunicella che ha effettuato tutte le verifiche pre-concordato in qualità di commissario giudiziale. Il 10 gennaio era il termine ultimo per presentare un piano valido, ma i marchigiani in quella circostanza hanno depositato una relazione chiedendo un’ulteriore proroga. Il Tribunale, riunito in camera di consiglio presieduta dal giudice Elio Bongrazio e composta dai giudici Izzi e Capuozzo, ha ritenuto, con tutte le documentazioni già in suo possesso, di non concedere ulteriori tentativi alla Silda e ne ha decretato il fallimento, con la sentenza n.1/14, nominando Luciana Cunicella come curatore fallimentare. Sabato mattina sono stati apposti i sigilli alle tre porte del capannone in Val Sinello e nei prossimi giorni inizieranno tutti gli adempimenti di leggi, partendo dall’inventario dei beni e la verifica della posizione dei numerosi creditori della Silda.
La notizia si è diffusa rapidamente tra i lavoratori, che negli ultimi mesi avevano lottato per chiudere quella che per loro, prima che lo decretassero i giudici, era già stata riconosciuta come un’esperienza fallimentare. Le mensilità arretrate saranno loro pagate dal fondo di garanzia dell’Inps, a cui potranno accedere facendo domanda di ammissione al passivo fallimentare. Ma la cosa più importante per gli uomini e le donne della ex Golden Lady è tornare ad avere un posto di lavoro. Una riconversione fasulla deve lasciare il posto ad una vera riconversione. Qualche timido spiraglio di luce sembra intravedersi, con l’incontro di oggi n regione con l’azienda di logistica intenzionata a far partire le attività con 80 persone impiegate. Si chiude un capitolo della vicenda ex Golden Lady, certamente uno dei più tristi, sperando che in Val Sinello si torni a parlare di lavoro e dignità.