Il Festival del Cinema indipendente di Berlino è la manifestazione “parallela” al Festival principale, che sta diventando sempre più il riferimento per l’industria del cinema low budget. Il Festival quest’anno proporrà lungometraggi, cortometraggi e video musicali, con l’obiettivo di di “diventare un epicentro per il cinema a basso costo in Europa”, in grado non solo ” di offrire una vetrina per la proiezione dei migliori film indipendenti”, ma anche “di diventare il fulcro per l’industria del settore”. E tra i protagonisti ci sarà la regista vastese Lara Celenza, con addirittura due dei suoi lavori nella sezione video musicali. A Berlino, lunedì 17 febbraio alle 17:30 al Babylon Cinema in Rosa-Luxemburg-Strasse 30, saranno in gara Utopia (Artista: The Last Hour / Regia: Lara Celenza / Fotografia: James Winslett) e Five Past Ten (Artista: Nico Greco / Regia: Lara Celenza / Fotografia: Serena Mancini). Ci siamo messi in contatto con Lara Celenza per raccogliere le sue sensazioni dopo questa bella notizia ricevuta. Lei si trova già a Berlino, dove da qualche tempo vive e lavora.
Due video al Festival di Berlino. Cosa si prova?
E’ come sentire nel cuore l’Inno alla Gioia di Beethoven, a volume molto alto, naturalmente cantato in tedesco viste le circostanze! Se ho proposto due video è per avere una possibilità in più, non mi aspettavo di certo un risultato del genere! Sono contenta per gli artisti, Roberto Del Vecchio (The Last Hour) e Nico Greco, amici di vecchia data e musicisti validi del panorama indipendente italiano, perché il festival sarà una finestra internazionale sulla loro musica. E poi vivo a Berlino… gioco in casa, questa volta posso partecipare all’evento senza spendere una fortuna in aereo e hotel. Questa meravigliosa città adotta artisti italiani come se fosse la cosa più naturale del mondo. Se non fossero così impegnati a rubare e a mandare avanti le capre, i politici “nostrani” potrebbero prendere esempio. Per me il Festival del Cinema Indipendente di Berlino è un primo passo verso l’integrazione in città e il riconoscimento del mio lavoro a livello artistico e professionale. C’è ancora tanto da fare: sto studiando come una scienziata pazza, e scrivo ad orari improponibili.
Cosa ti aspetti di “ricevere” da questa esperienza?
Trattandosi di videoclip musicali, il mio principale augurio va agli artisti: spero che le due canzoni vengano apprezzate dal pubblico berlinese. Inoltre, cercherò di non perdermi le proiezioni dei lungometraggi, per fare networking in vista di un progetto più grande. Idee, confronti, nuovi contatti, se poi ci scappa anche una serata divertente, direi che ce la siamo strameritata! Colgo l’occasione per ringraziare la mia squadra di lavoro, Kalifilm Productions e tutti i collaboratori freelance.
Sono video differenti, nello stile dell’artista e, di conseguenza, nella sceneggiatura e nelle atmosfere. Come cerchi di approcciare un nuovo lavoro?
In questo caso mi sono lasciata suggestionare dalla musica. E non è stato difficile, perchè entrambe le canzoni sono veramente belle. Per “Five Past Ten” ho scelto tinte western, le immagini rapide ed evocative dell’isola di Lanzarote, la figura di un artista vagabondo e assetato di libertà che si immerge nella natura in compagnia della sua chitarra. Per “Utopia” invece atmosfere dark e vellutate, un montaggio lento e intenso ispirato ai tableaux vivants, l’impresa romantica e impossibile di Utopia (Aisling Mallon) che torna dagli inferi per sussurrare i suoi sentimenti al musicista tenebroso.
Prima di redigere la sceneggiatura di un videoclip, solitamente mi confronto a lungo con l’artista per indagare a fondo il messaggio che vorrebbe esprimere e il tipo di pubblico da raggiungere. Si tratta in fin dei conti di un concetto artistico ma anche commerciale. Col tempo sono diventata molto selettiva e attualmente accetto solo progetti la cui qualità musicale e intellettuale corrisponda alle mie aspettative, a prescindere dal budget. Una volta partiti, mi dedico anima e corpo al progetto non solo in fase di realizzazione, ma anche successivamente per assicurarmi che il video ottenga la distribuzione che merita. Ho una rete di contatti ormai consolidata presso diversi film festival e collettivi artistici in Europa e in America. I miei amici e collaboratori mi dicono che sono una rompiscatole e che trovo sempre il pelo nell’uovo. A volte sono ferocemente critica, soprattutto con me stessa. Ma quando non hai a disposizione soldi a palate e le migliori attrezzature disponibili sul mercato, devi puntare tutto sulle idee e sulle competenze della tua squadra. E quest’anno mi sento pronta a fare il grande passo verso progetti cinematografici veri e propri.