Marco Del Vecchio è capace d’intendere e di volere e, dunque, può essere processato. E’ il responso della seconda perizia psichiatrica sul 38enne indiziato dell’omicidio dei suoi genitori, Emidio Del Vecchio e Adele Tumini, uccisi con 111 coltellate il 17 novembre 2012 nella casa di via Anghella che condividevano col loro figlio.
La rinnovazione di perizia era stata disposta dal giudice per le indagini preliminari, Anna Rosa Capuozzo, al fine di fugare ogni dubbio e accertare l’attitudine dell’indagato a comprendere il significato e la portata delle proprie azioni, ma anche la possibilità di tenere sotto controllo i propri impulsi ad agire.
Al termine dell’accertamento psichiatrico, il consulente tecnico d’ufficio, Felice Carabellese dell’Università di Bari, ha stilato una relazione di 70 pagine che sabato ha notificato al magistrato, alla difesa e alla parte lesa.
Secondo il perito nominato dal giudice, Marco Del Vecchio è affetto da disturbi della personalità, che però non hanno influito sulla sua capacità, sia attuale che al momento dell’omicidio di via Anghella.
Di conseguenza, può essere sottoposto a un eventuale processo nei suoi confronti. E’ in carcere dal 18 novembre 2012. Al termine delle visite mediche, l’uomo è stato trasferito nuovamente a Torino, nella casa circondariale Cutugno, un penitenziario dotato di una sezione all’interno dell’ospedale Le Molinette, dove gli vengono somministrate le cure necessarie a curare i disturbi da cui è affetto.
Il 17 gennaio tornerà a Vasto per l’udienza preliminare nel Tribunale di via Bachelet.