Dalla situazione economica dell’ente alla passata gestione, fino ai prossimi passaggi che potranno ridare vigore all’azione del Consorzio di Bonifica Sud. L’assessore regionale Mauro Febbo è un fiume in piena durante l’incontro convocato insieme al presidente Fabrizio Marchetti. Documenti alla mano snocciola cifre, facendo chiarezza su quale sia la reale situazione economica e non manca di lanciare velenose stoccate alla precedente gestione e ai personaggi politici che in questi mesi hanno dato vita al dibattito. Prima di tutto Febbo fa il punto della situazione. “Tre anni fa, al momento dell’insediamento della nuova amministrazione, la situazione era ingarbugliata. Complici anche la situazione regionale e le nuove norme previste dallo Stato, le cose non si sono messe bene. Oggi, grazie al nuovo presidente della Cassa di Risparmio, Mauro Falconio, tra l’altro ex dipendente del Consorzio, è stato prorogato il servizio di tesoreria, fondamentale per andare avanti”.
Dopo il valzer delle cifre sul deficit dell’ente l’assessore comunica quella accertata dai revisori: 7 milioni e 230mila euro. Erano 6,6 milioni al momento del passaggio di consegne (2010). A pesare sui mancati introiti ci sono diverse situazioni che appaiono sconcertanti. “Il Coasiv non ha mai pagato nulla per la fornitura d’acqua, che però poi rivende a Coniv e Sasi. Il comune di Vasto e la provincia di Chieti finalmente, dopo il mio intervento – afferma l’assessore – si sono decisi a pagare almeno una parte del debito”. La difficoltà maggiore è risentita dai dipendenti, che nei mesi scorsi hanno dato vita a manifestazioni di protesta. Sul loro futuro pesano ancora tante incertezze. Ma Febbo si mostra fiducioso. “Abbiamo incontrato le maestranze, per metterli al corrente della situazione. Devo riconoscere che, pur avendo sollevato con rumore la questione, come era nel loro diritto, non hanno mai avuto comportamenti che hanno danneggiato l’ente. Questo gli va davvero riconosciuto”.
La parola passa al presidente Marchetti, che dal 2010 guida il Consorzio di Bonifica. “Io sono un presidente operaio, perché non ho mai usufruito di permessi dell’azienda per cui lavoro per le mie funzioni di presidente. Quando ci siamo insediati abbiamo trovato una situazione disastrosa. Ho trovato la convenzione tra Torricella (ex presidente Consorzio) e Giangiacomo (ex presidente Coasiv) in cui veniva data l’acqua gratuitamente al Coasiv in cambio delle piccole manutenzioni. E’ una cosa inconcepibile”. La situazione economica del Consorzio potrà trarre beneficio da una serie di operazioni che avverranno a breve. Intanto il recupero dei crediti. Per questo si sono svolti già degli incontri con il Coasiv. “Ci hanno proposto 310mila euro all’anno per la fornitura dell’acqua, ma non abbiamo accettato”, ha spiegato Febbo. Una volta trovato l’accordo per il presente si andranno a recuperare le somme non versate fino ad oggi. Poi il bando per le concessioni idroelettriche a cui quello di Bonifica Sud è stato l’unico consorzio d’Abruzzo a partecipare. Con l’inserimento dei privati ci sarà altro denaro che entra nelle casse dell’ente. Per quanto riguarda la situazione dei dipendenti l’assessore conferma che “le difficoltà ci sono. I dipendenti avanzano ancora 5-6 mesi di stipendi. Abbiamo problemi nella quotidianità. Ma stiamo ripartendo e riusciremo a sanare tutte le situazioni. Poi, se c’è certa politica che invece di aiutare fa demagogia io non posso condividere questo atteggiamento”.
E’ il preludio ad un accorato passaggio di Febbo su chi, secondo l’attuale gestone, ha portato la situazione debitoria a questi livelli. “La magistratura controlli la gestione del Consorzio negli ultimi 20 anni. Perché c’era chi non pagava un centesimo per l’acqua? Sono stati fatti 8 contratti senza gara e senza che il Consorzio abbia percepito denaro”. Dalle parole dell’assessore emerge una situazione nera anche in tema di rimborsi. “Sembrava che il Consorzio fosse il Consiglio dei ministri. La gestione dei rimborsi è da far impallidire la Lombardia. Lo ripeto. La magistratura conosce la situazione e quindi può fare le sue indagini”. Da Febbo un invito anche a Camillo D’Amico, capogruppo del Pd in consiglio provinciale, spesso autore di dure polemiche sulla questione. “D’Amico mi deve chiarire la sua posizione sul Consorzio. La sua e quella dei suoi parenti”.